SAN FRANCESCO E DANTE
L’anno scorso in tutto il mondo della cultura e della storia è stata fatta memoria dei 700 anni della morte di uno dei grandi padri dell’Italia: Durante Alighieri detto Dante.
In questo momento di grande transizione e di trasformazione tra le culture del nostro Occidente cristiano, è utile riandare a qualche riflessione sul nostro Padre fondatore, san Francesco, e sui messaggi che ancora oggi possono venirci dalla sua testimonianza.
Prima di tutto è importante ricordare come Francesco con i suoi frati, ancora nel 1219, fosse andato a Damietta durante una delle crociate per la riconquista del Santo Sepolcro per tentare di convertire il Sultano di fede musulmana. Francesco era quasi riuscito nella sua impresa, ma di fronte alla sfida che lui aveva lanciato al Sultano, questi: Malek el Kamel, rifiutò per paura. Qual’era la sfida? Francesco aveva proposto una specie di prova del fuoco. Cioè, aveva invitato il sultano a scegliersi un suo maestro religioso e a preparare un tappeto di braci infuocate, e lui, Francesco, avrebbe sfidato quel religioso musulmano a camminare sulle braci di fuoco. Chi avesse passato indenne la prova, quello era il segno della vera fede.
Tanta era la fede che animava il nostro fondatore, e certamente Dio lo avrebbe salvaguardato da qualunque pericolo.
Questo episodio ci consente di riflettere anche su ciò che Dante nel Canto undicesimo del Paradiso, nella Divina Commedia racconta a proposito di Francesco di Assisi.
Dante, infatti, incontrando nel Cielo del Sole i cosiddetti “Spiriti Sapienti”, celebra la vita e le opere del Santo, affidando il compito di farne gli elogi ad uno di tali Spiriti: il domenicano San Tommaso d’Aquino.
SAN TOMMASO E SAN FRANCESCO NEL PARADISO
Il lungo discorso di lode e di encomio di Tommaso tocca vari momenti della vita di Francesco: la nascita, la rinuncia ai beni paterni, le nozze mistiche con Madonna Povertà, le approvazioni della sua regola da parte dei Papi Innocenzo III ed Onorio III, il suo viaggio in Oriente alla corte del Sultano d’Egitto, il ritorno in Italia e la sua morte in grembo alla Povertà.
Tutta la vita di San Francesco fu improntata alla pace, ma l’episodio a cui Dante fa riferimento e che è particolarmente significativo a tale proposito è proprio quello della sua missione in Oriente.
Dice dunque Dante che Francesco
“per la sete del martìro/ nella presenza del Soldan superba/ predicò Cristo e gli altri che il seguiro….” (per il desiderio di testimoniare la sua fede in Gesù, alla maestosa presenza del Sultano, egli predicò la dottrina di Cristo e degli apostoli che lo avevano seguito …).
Di fatto, nel 1219 Francesco, con dodici dei suoi frati, si era recato in Oriente ed aveva avuto dei colloqui col Sultano Malek el Kamel, che lo aveva accolto con rispetto e trattato con benevolenza.
L’intenzione del Santo di convertire il Sultano al cristianesimo non aveva avuto esito positivo, ma lo straordinario esempio che egli diede della possibilità di parlare pacificamente con un nemico, per tentare di raggiungere un accordo senza ricorrere all’uso delle armi, fu allora ed è ancora oggi particolarmente rilevante. Non dobbiamo dimenticare che si era nell’epoca delle Crociate, le quali iniziate “in buona fede”, si erano ormai trasformate in vere e proprie guerre commerciali e di conquista.
Ciò che Francesco voleva dimostrare, presentandosi disarmato di fronte al Sultano, era che si può, anzi, si deve cercare di ottenere ciò che si ritiene giusto non con la forza, con la violenza, ma con mezzi pacifici.
TAVOLA TRATTA DAL FUMETTO DISEGNATO DA FRANCESCO LUCIANETTI E SCRITTO DA GIANFRANCO TRABUIO, rappresenta l'incontro tra Francesco e il Sultano
È proprio in relazione a questo avvenimento della vita di San Francesco che Assisi è stata scelta come sede delle più importanti manifestazioni a favore della pace tra i popoli.
Grazie all’eccezionale gesto di anticonformismo di San Francesco, dunque, egli stesso e la sua città natale sono oggi simboli universalmente riconosciuti della pace tra le genti.
Questo esempio di profonda fede e di grande disponibilità all’accoglienza dello Spirito “che soffia dove vuole”, deve fare riflettere tutti noi, che alla sequela di San Francesco improntiamo il nostro stile di vita, sulle attuali sfide che ci vengono dal fenomeno della migrazione di popolazioni musulmane poco inclini alla integrazione nelle altre culture. Il cristiano, per sua natura e per mandato di Cristo, è uomo di annunci, uomo di carità, a differenza di altri fedeli di altre religioni che hanno avuto per mandato quello di conquistare e di sottomettere altri popoli di fedi diverse.
Il mio ultimo canzoniere di poesie DE VITA SOLITARIA è stato pubblicato di recente dalla casa Editrice Aletti di Roma.
Sono particolarmente grato al poeta libanese Hafez Haidar, candidato al Nobel per la pace nel 2017, che si è voluto cimentare nella redazione della prefazione del mio canzoniere avendo trovato nelle mie poesie un fascino particolare che l'ha coinvolto.
Il libro è in vendita sul sito della Aletti Editore e può essere ordinato anche in libreria.
Questa è la recensione che la collega giornalista Federica Grisolia ha redatto per conto della Aletti Editore e che sarà inviata ai quotidiani e riviste nazionali per essere divulgata nelle pagine culturali
Sulle orme di Petrarca il "De Vita solitaria" canta l'amore e la donna
E’ dedicato alla donna, «creatura meravigliosa che Dio ci offre per poterla cantare in mille modi», l'opera di Gianfranco Trabuio dal titolo “De vita solitaria”, pubblicata nella collana “I Diamanti” dell’Aletti editore. Una raccolta di versi in cui si susseguono emozioni e sentimenti, scaturiti dalle vicissitudini della vita e anche dalle sofferenze esistenziali. Il titolo si ispira all’omonimo trattato in prosa latina, scritto dal celebre poeta e scrittore Francesco Petrarca.
Gianfranco Trabuio, nato a Venezia ma che vive nel comune limitrofo di Martellago, giornalista ed ex docente di Statistica all’Università di Padova e Venezia, è vedovo da sei anni. Alla sua Mara, all’amore, alla donna, alla natura, alla montagna del suo Veneto, alla laguna di Venezia, alla bellezza di sentirsi immersi nella creazione, alla divinità, l’autore dedica le sue liriche, scritte senza interpunzioni per lasciare al lettore la libertà di interpretazione nella loro musicalità. «Non scrivo versi in rima - spiega il poeta - ma con molte assonanze, e non sono quasi mai della stessa lunghezza in modo che la lettura (o recitazione) di chi legge deve tener conto, in modo particolare, delle pause che provocano l’emozione della sorpresa».
Alla sua condizione di “orfanitudine”, ossia di solitudine affettiva - così come la definisce Trabuio - l’autore dedica una poesia dallo stesso titolo dell’opera “De vita solitaria”. «Quante estati sono passate e oggi sulle rocce del Rite spumeggiante e irruento rifletto sulla mia storia a quanto amore ho ricevuto da Mara e dai figli sempre e come una guida nascosta ma presente mia madre continua nella missione insieme con Mara mi sento accudito e coccolato nella mia vita solitaria».
«I versi di Gianfranco Trabuio - scrive il candidato al Premio Nobel per la Pace Hafez Haidar nella Prefazione -, che trasmettono con precisione e chiarezza nitidi ricordi, profondi sentimenti e personali considerazioni, sono in grado di coinvolgere il lettore e di farlo riflettere. In essi, la donna, madre, moglie o compagna, novella Beatrice, assurge al ruolo di sorgente di vita, dispensatrice di incanto ed amore, musa ispiratrice, guida preziosa che imprime una direzione sicura nel viaggio della vita, ma anche nel cammino nel mondo della poesia, dal classicismo al romanticismo». Il libro presenta, inoltre, le prefazioni del professor Francesco Semi: «Un motivo ricorrente in tutto il canzoniere di Trabuio è questo anelito alla vicinanza di un'altra, per “cominciare ad amare”; e non farlo è fatica, è dolore»; e del poeta Mario Stefani: «Poeta petrarchesco nel senso migliore del termine, usa il sentimento come momento-confessione, ricerca di se stesso».
In alcune poesie, come “Yerushalayim”, “Santa Maria degli Angeli” e “Lourdes”, viene trattato l’aspetto più mistico e religioso. L’autore Trabuio, infatti, in collaborazione con persone del settore, organizza anche viaggi culturali a sfondo religioso presso santuari mariani in Italia e in Francia. «Mi considero, vista la mia storia di ricercatore, in sintonia con i mistici di tutte le fedi religiose e io mi sento immerso in questa dimensione esistenziale: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”, come diceva Dante Alighieri nel XXVI canto dell’Inferno. Lo considero un mantra che illustra in modo efficace la mia filosofia esistenziale sia nella banalità del quotidiano come nelle mie ispirazioni poetiche».
Una poesia del tutto realistica, ovvero tratta dalla quotidianità delle riflessioni sul vivere e sul morire. Stati d’animo impressi sulle pagine del canzoniere, per comunicare al lettore «la bellezza del dialogo interiore mentre si vive immersi nella natura e nella suggestiva presenza della donna, considerata un alter ego col quale condividere emozioni e passioni».
Federica Grisolia
(Vincenzo La Camera - Agenzia di Comunicazione)
La copertina è un'incisione realizzata dalla pittrice Maria Emma Gobbi di Piove di Sacco (PD) e descrive il poeta nei pressi della sua abitazione a Cibiana di Cadore.
Il periodo strano che stiamo vivendo nel mondo intero, e in particolare nell'Europa governata dalla Commissione, ci provoca qualche domanda e qualche preoccupazione.
Come diceva un caro amico missionario in terre africane: le domande sono facili, le risposte quasi mai. Ecco nell'anno in cui a Bruxelles la Commissione ha decretato la eliminazione del Natale dalla cultura europea, salvo poi ricredersi, noi siamo immersi nella confusione più grande immaginabile. Il famigerato virus mutante, grazie all'insipienza dei vari scienziati, ha provocato, e provocherà fin quando non si sa, un dissesto informativo che la quasi totalità delle persone è assolutamente disorientata, anche quelle "acculturate" che evidentemente danno prova del fenomeno dell'intelligenza asintomatica, proprio come il virus mutante che provoca la malattia anche in chi non ce l'ha.
Ora, in questo contesto storico e culturale ho ritenuto adeguato questo mio augurio di BUON NATALE, recuperando una mia poesia pubblicata da Famiglia Cristiana qualche anno fa e scritta direttamente alla Madre di Gesù Bambino, verso la quale tutto il mondo cattolico e ortodosso guarda con fiducia chiedendo le grazie spirituali e materiali per far fronte a un'emergenza che sta appalesandosi sempre più drammatica.
MADONNA DEL LATTE, dipinto dal maestro Paolo Canciani, di Dosson di Casier (TV). L'originale si trova presso il Santuario di Betlemme
La Grotta Del Latte a Betlemme
A Betlemme, a 500 metri dalla Grotta della Natività, c’è la Grotta del Latte, meno importante della prima, ma ugualmente meta di molti pellegrinaggi. Scavata a tre metri di profondità rispetto al piano stradale, la grotta ricorda, secondo una tradizione che viene dai vangeli apocrifi, il luogo dove Maria sostò per allattare il bambino. Durante l’ allattamento alcune gocce di latte caddero imbiancando miracolosamente tutta la grotta. Per questa ragione è oggetto di devozione da parte delle mamme non solo cristiane e musulmane di Betlemme ma di tutto il mondo, che qui vengono a pregare e a implorare Maria per avere figli e abbondanza di latte.
Scendendo nella grotta tramite una piccola scala si accede ad un altare, dove, circondata da una cornice in madreperla, si trova l’oggetto della devozione, una statua in legno policromo che raffigura la Madonna che allatta il bambino.
La tradizione vuole che la polvere del tufo della grotta abbia proprietà miracolose, basta assumere piccole dosi di questa polvere per sperare nella grazia desiderata. Questa tradizione è molto viva e trova conferma nelle migliaia di testimonianze (un centinaio all’anno) che sono arrivate da tutto il mondo, da parte di tante donne che sono riuscite a portare a termine gravidanze impossibili e da tante altre persone guarite da mali incurabili, grazie alle preghiere e alla polvere.
Per avere la polvere della grotta non serve portarsi strumenti di scavo, basta chiederla all’ingresso a fra Lawrence, il francescano che da oltre 16 anni custodisce la grotta e raccoglie le testimonianze delle grazie ricevute.
ALLA MADRE (scritta da Gianfranco Trabuio e pubblicata da Famiglia Cristiana)
Questo mattino gelido
si gode una pioggia colorata
le foglie imbrinate dell’acero
cadono come in processione
è vicino il Natale
dentro alle nostre storie
ricordiamo l’evento
quando le mamme pensavano
alle loro maternità.
E tu Madre Maria
come ricordavi il tuo Natale
il tuo Gesù Bambino
con quanta emozione
da Nazaret a Betlemme
te lo portavi nel segreto
della tua storia?
Madre Maria
sapevi tutto del tuo Bambino
l’Angelo ti aveva parlato
e tu avevi accettato
fiat voluntas tua
come le nostre mamme
madri per sempre.
Madre Maria
ancora oggi guardiamo a te
al tuo figlio
diventato il nostro Gesù
e nel silenzio
da Betlemme al Calvario
l’hai accompagnato
chissà quanto hai pregato Dio Padre
che allontanasse quel calice
come le mamme di oggi.
Ecco Madre Maria
la nostra supplica
insegnaci ad accogliere Gesù
come fosse il nostro Bambino
aiutaci
i nostri figli hanno bisogno di te.
Questa è una comunicazione importante per gli amanti della poesia e di Venezia, ed è anche un invito alla presentazione che ci sarà il 29 settembre come da locandine .
Questo canzoniere è una raccolta di poesie scritte negli anni della mia attività professionale a Venezia, alcune di queste sono state premiate in concorsi nazionali e internazionali, in particolare quelli banditi dall'Associazione Amici dell'Umbria ai quali mi lega una simpatia particolare.
Canti Veneziani l'ho dedicato a un mio grande amico e mentore: il poeta veneziano Mario Stefani, ritornato al creatore ancora venti anni fa. Un'amicizia che ha portato, su mio consiglio, una giovane studentessa cafoscarina a laurearsi in lettere moderne con una tesi sul poeta vivente Mario Stefani, Mario all'epoca aveva 51 anni ed era nel pieno della sua attività artistica con riconoscimenti importanti anche in Europa, in particolare in Francia dove le sue poesie sono state tradotte.
I libri sono in vendita presso la libreria San Michele di Mestre in via Poerio o direttamente on-line presso l'editore Piazza di Silea sul sito: www.piazzaeditore.it.
Il ricavato della vendita andrà all'Istituto Effeta di Betlemme in Palestina dove le nostre Suore Dorotee Figlie dei Sacri Cuori di Vicenza da 50 anni insegnano a parlare ai bambini sordomuti palestinesi, ma non a gesti come vediamo in televisione. Chi frequenta l'Istituto delle Suore al termine va a lavorare parlando normalmente: un miracolo frutto del genio di San Giovanni Antonio Farina vescovo di Treviso e di Vicenza e fondatore di quella Famiglia religiosa che annovera anche Santa Maria Bertilla Boscardin, conosciuta e amata in tutto il Veneto soprattutto negli ambienti ospedalieri.
Logo dell'istituto creato da Suor Ginetta Aldegheri maestra dei bambini sordomuti palestinesi.
Qualche tempo fa insieme a mia moglie Mara, ormai in Paradiso, abbiamo organizzato col solito nostro entusiasmo una conferenza a Olmo nel nostro oratorio parrocchiale, invitato eccellente il medico anestesista e rianimatore Matteo Penzo, divulgatore e praticante delle "Cinque Leggi Biologiche" del medico tedesco Ryke Geerd Hamer.
Si è presentato con la lettera che segue scritta da Albert Einstein alla figlia.
LETTERA DI ALBERT EINSTEIN ALLA FIGLIA (Consegnata dal dott. Matteo Penzo)
Vi lascio la lettera di un Uomo per sua figlia, una lettera che sento "mia". Non è un Uomo qualunque, ma un essere umano che ha avuto il coraggio di essere un Uomo, sempre.
“Colui che segue la folla non andrà mai più lontano della folla. Colui che va da solo sarà più probabile che si troverà in luoghi dove nessuno è mai arrivato. In un recinto di somari possono starci solo somari. Non ci resta che "scegliere" ogni giorno dove stare, con chi stare, cosa pensare e cosa provare.
Quando proposi la teoria della relatività, pochissimi mi capirono e anche quello che rivelerò a te, ora, perché tu lo trasmetta all'umanità si scontrerà con l'incomprensione e i pregiudizi del mondo. Comunque ti chiedo che tu lo custodisca per tutto il tempo necessario, anni, decenni, fino a quando la società sarà progredita abbastanza per accettare quel che ti spiego di seguito.
Vi è una forza estremamente potente per la quale la Scienza non ha trovato una spiegazione formale. E' una forza che comprende e gestisce tutte le altre, ed è anche dietro qualsiasi fenomeno che opera nell'universo e che non è ancora stato individuato da noi.
Questa forza universale è l'Amore. Quando gli scienziati erano alla ricerca di una teoria unificata dell'Universo dimenticarono la più invisibile e potente delle forze. L'amore è Luce, visto che illumina chi lo dà e chi lo riceve. L'amore è Gravità perché fa in modo che alcune persone si sentano attratte da altre. L'amore è Potenza, perché moltiplica il meglio che è in noi e permette che l'umanità non si estingua nel suo cieco egoismo. L'amore svela e rivela. Per amore si vive e si muore. Questa forza spiega il tutto e dà un senso maiuscolo alla vita. Questa è la variabile che abbiamo ignorato per troppo tempo, forse perché l'amore ci fa paura, visto che è l'unica energia dell'universo che l'uomo non ha imparato a manovrare a suo piacimento.
Per dare visibilità all'amore, ho fatto una sostituzione nella mia più celebre equazione. Se invece di E = mc2 accettiamo che l'energia per guarire il mondo può essere ottenuta attraverso l'amore (m) moltiplicato per la velocità della luce al quadrato, giungeremo alla conclusione che l'amore è la forza più potente che esista, perché non ha limiti.
Dopo il fallimento dell'umanità nell'uso e nel controllo delle altre forze dell'universo, che si sono rivolte contro di noi, è arrivato il momento di nutrirci di un altro tipo di energia. Se vogliamo che la nostra specie sopravviva, se vogliamo trovare un significato alla vita, se vogliamo salvare il mondo e ogni essere senziente che lo abita, l'amore è l'unica e l'ultima.
Forse non siamo ancora pronti a fabbricare una "bomba d'amore", un artefatto abbastanza potente da distruggere tutto l'odio, l'egoismo e l'avidità che affliggono il pianeta.
Tuttavia ogni individuo porta in sé un piccolo ma potente generatore d'amore la cui energia aspetta solo di essere rilasciata. Quando impareremo a dare e ricevere questa energia universale, Figlia cara, vedremo come l'amore vince tutto, trascende tutto e tutto può, perché l'amore è la quintessenza della vita. Sono profondamente dispiaciuto di non averti potuto esprimere ciò che contiene il mio cuore, che per tutta la mia vita ha battuto silenziosamente per te. Forse è troppo tardi per chiedere scusa, ma siccome il tempo è relativo, ho bisogno di dirti che ti amo e che grazie a te sono arrivato all'ultima risposta.” Albert Einstein
Aggiungo : l'Amore ? 2500 nA (nano ampère) in treni d'onda a frequenze di 8 Hz (hertz), a circa 30 microV (microvolt) con un campo magnetico di 30 microT (microtesla). Esattamente opposti alla Paura. È solo una questione di scegliere. Da che parte far scorrere l'energia. La Biologia è duale : maschio o femmina, giorno o notte, vita o morte...tu da che parte stai ?
Perché ci siamo conosciuti ? Io e voi ? Voi e le persone che conoscete ? Chi vi sta intorno ... Ecco la risposta:
'Le persone vengono sempre nella nostra vita per una ragione, per una stagione, per un attimo o per tutta la vita. Quando saprai perché, saprai anche cosa fare con quella persona. Quando qualcuno è nella tua vita per una ragione, di solito è per soddisfare un bisogno che hai espresso. È venuto per assisterti attraverso una difficoltà, per darti consigli e supporto, per aiutarti fisicamente, emotivamente o spiritualmente. Può sembrare come un dono del cielo e lo è. È li per il motivo per cui tu hai bisogno che ci sia. Quindi senza nessuno sbaglio da parte tua o nel momento meno opportuno questa persona dirà o farà qualcosa per portare la relazione ad una fine...qualche volta se ne va ... qualche volta muore ... qualche volta si comporta male e ti costringe a prendere una decisione. Ciò che devi capire è che il tuo bisogno è stato soddisfatto, il tuo desiderio realizzato, il suo lavoro finito. La tua preghiera ha avuto una risposta ed ora è il momento di andare avanti.
C'è chi resta nella tua vita per una stagione, perché è arrivato il tuo momento di crescere, condividere e imparare ... ti porta un'esperienza di pace o ti fa semplicemente ridere ... può insegnarti qualcosa che non hai mai fatto ... spesso ti dà un'incredibile quantità di gioia. Credici, è vero ... ma è solo per una stagione.
Le relazioni che durano tutta la vita ti insegnano lezioni che durano tutta la vita, cose che devi costruire al fine di avere solide fondamenta emotive ... il tuo lavoro è accettare la lezione, amare la persona e usare ciò che hai imparato in tutte le altre relazioni o momenti della tua vita. Si dice che l'amore è cieco ma l'amicizia no.
Grazie per essere una parte della mia vita che sia una ragione, una stagione o tutta la vita."
Buona Vita
Un abbraccio a tutti
Matteo
"Se porterete alla luce quello che è dentro di voi, quello che porterete alla luce vi salverà. Se non porterete alla luce quello che è dentro di voi, quello che non porterete alla luce vi distruggerà...
. . .Colui che cerca non desista dal cercare fino a quando non avrà trovato. Quando avrà trovato sarà turbato, quando sarà turbato si stupirà e sarà Re su tutto..."
Vangeli Apocrifi di Hamman
"...Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione. La coscienza è ciò che sei Tu, la reputazione è ciò che gli altri pensano di te. E quello che gli altri pensano di te ... è un problema loro..."
Charlie Chaplin
"Essere consapevoli di ciò che si prova dentro di sé, senza sentirsi sbagliati, è il passo fondamentale per essere padroni di se stessi"
Schopenhauer
Queste semplici riflessioni dovrebbero aiutarci tutti a prendere consapevolezza che il baricentro della nostra esistenza siamo noi stessi, siamo noi gli autori del nostro benessere o del nostro malessere.
Il periodo storico che stiamo vivendo sotto la cappa fantasmatica di un virus influenzale mai sequenziato clinicamente ma solo dedotto a livello sintomatico, dovrebbe forzare la comprensione delle origini delle tante forme patologiche delle quali è ignota la vera causa.
L'invito pressante che ci viene rivolto è quello di documentarsi per tentare di capire questa fenomenologia, leggere le pubblicazioni dei medici e scienziati che hanno collaborato con Hamer durante la sua vita può aiutarci tutti ad assumere la responsabilità nella gestione della nostra salute e nella comprensione delle cause delle "malattie".
Non possiamo delegare la nostra salute ai mezzi di comunicazione di massa che hanno lo scopo, ormai evidente, di produrre una ipnosi collettiva devastante per gli equilibri psichici individuali e collettivi.
Auguriamoci di riuscire in questa impresa.
Per chi fosse interessato a conoscere la capacità protettiva delle usuali mascherine fatte passare per inibitori dell'accesso del virus in circolazione, rimando alla documentazione specialistica sul web dove si trovano sia le dimensioni del virus che la capacità filtrante delle mascherine e scoprire da che parte sta la "verità" scientifica.
Alcuni anni fa, non so quanti, andavo a Roma per lavoro, allora ero un dirigente della Giunta Regionale del Veneto ed ero referente per conto della mia Regione in certe aree di lavoro strategiche per la programmazione regionale.
Qualche volta capitava che dovevo fermarmi per un paio di giorni e così alla sera uscivo per una passeggiata romana, e certi angoli di Roma sono talmente suggestivi che mi hanno fornito il destro per scrivere qualcosa delle mie emozioni.
Quella che segue l'ho scritta in francese perché è una lingua che si presta a certe sfumature dolci e raffinate.
PROMENADE
Je pense à toi jeunesse
à tes yeux qui rient
en voyant le monde
mon monde
mon âme
qui se combat
entre desir
et douleur
ton desir
ma douleur
je pleure sur ce monde
sans toi
sans ta jeunesse vivante
sans tes yeux qui chantent
l'amour
seulement l'amour
dans ce moment
sous le ciel romain
je pense à toi et je t'aime.
Tento una versione in italiano.
PASSEGGIATA
Penso a te giovinezza
ai tuoi occhi ridenti
guardando il mondo
il mio mondo
la mia anima
che si contrasta
tra desiderio
e dolore
il tuo desiderio
il mio dolore
piango su questo mondo
senza te
senza la tua giovinezza vivace
senza i tuoi occhi che cantano
l'amore
solamente l'amore
in questo momento
sotto il cielo romano
io penso a te e ti amo.
A voi tutti amanti dell'arte e delle sue espressioni più suggestive, vi propongo un evento per Giovedì 22 luglio alla sera.
Presso l'Oratorio della Parrocchia di Olmo a Martellago ci sarà una manifestazione così originale che ha già suscitato interesse e curiosità non solo tra gli appassionati d'arte: musica col violino e poesia dalla voce di un attore bravissimo.
Emozioni garantite.
Vi aspetto numerosi perché dopo un anno e mezzo di quarantena, anche culturale, finalmente un evento che può suscitare il desiderio di uscire di casa per andare in un ambiente protetto e fresco a passare un po' di tempo nel relax più stimolante con la musica e la poesia.
Al termine della presentazione sarò con voi per un brindisi e prodotti idonei del Panifico Trabuio di Favaro Veneto.
Il ricavato della vendita dei .libri sarà devoluto totalmente alla CARITAS parrocchiale che collabora per la buona riuscita del tutto.
A PRESTO......
MONASTERO DELLA VISITAZIONE, TREVISO.
CONFERENZA SU SAN GIUSEPPE. (a cura di Gianfranco Trabuio, pubblicista)
CON LA LETTERA APOSTOLICA “PATRIS CORDE – CON CUORE DI PADRE”, papa Francesco ricorda il 150° anniversario della dichiarazione di San Giuseppe quale Patrono della Chiesa universale. Per l’occasione, dall’8 dicembre 2020 all’8 dicembre 2021 si terrà uno speciale “ANNO DI SAN GIUSEPPE”.
Era il 27 aprile 1865 quando papa Pio IX aderendo alla richiesta del Concilio Vaticano I, coronava San Giuseppe con il titolo di Patrono della Chiesa universale (cattolica) e accordava per il mese di San Giuseppe (marzo) le stesse indulgenze concesse per il mese di maggio dedicato alla Madonna. Successivamente l’8 dicembre 1870 papa Pio IX firmava il decreto Quemadmodum Deus (NELLA STESSA MANIERA CHE DIO) che formalizzava la decisione.
G. Rollini, SAN GIUSEPPE, Basilica del Sacro Cuore, Roma
LA PRIMA è una vista sulla Grotta della Natività che si trova nella Basilica di Betlemme dove oltre 2000 anni fa Maria di Nazareth ha dato alla luce l'Emmanuele, Dio con noi, come era stato annunciato ancora nel giardino dell'Eden da Dio Padre e in seguito profetizzato da Isaia 750 anni prima;
LA SECONDA è una mia poesia-preghiera che nel 2004 ha avuto un importante riconoscimento in un concorso internazionale di poesia e che è pubblicata nella mia terza raccolta "PRIMAVERA DI SPERANZA" edita nel 2010 da Piazza Editore di Silea;
LA TERZA è una stupenda maternità che mi ha inviato fra Adriano Contran o.f.m., già Commissario della Custodia Francescana di Terra Santa del Triveneto, ed è una supplica alla Madonna che ci ha dato Gesù, simbolo della speranza per tutta l'umanità in cammino verso l'eternità;
infine LA QUARTA rappresenta la famosa "Croce di Gerusalemme" storica insegna dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme al quale mi onoro di appartenere.
A VOI TUTTI CHE LEGGETE UN AUGURIO FRATERNO DI BUON NATALE NELLE VOSTRE FAMIGLIE E NELLE VOSTRE COMUNITA'.
Caro Papa Francesco buongiorno,
faccio seguito alla mia precedente nota che ti ho inviato l’anno scorso in occasione del proclamato Convegno sul tema in oggetto e previsto per il 26-28 marzo 2020 sospeso a causa della pandemia in corso.
Siamo tutti presi da questa crisi mondiale che tocca da vicino la salute nostra e dei nostri cari e che sta avendo, e avrà ancora di più in futuro, conseguenze piuttosto dirompenti sul modello economico ultraliberista in vigore.
D’altra parte nella tua importante enciclica “Laudato si’”, avevi messo ben in evidenza quale scenario si profilava all’orizzonte del sistema economico mondiale devastato dallo strapotere dei pochi centri decisionali della finanza internazionale: un concentrato di egoismi e interessi tutto teso a mantenere e accrescere la ricchezza dei pochi e la povertà e la miseria dei molti.
Però, come in ogni crisi, noi siamo chiamati a coglierne le opportunità.
La nostra speranza, teologicamente fondata nella nostra dottrina sociale cattolica, è che il rinsavimento da te auspicato venga preso sul serio in considerazione.
Ed è proprio per questo che l’anno scorso ti ho informato dei risultati della nostra ricerca su di un modello economico alternativo a quelli esistenti nello scenario mondiale.
Infatti con i colleghi del network di esperti internazionali di World-Lab, proprio contemporaneamente all’uscita della tua enciclica “Laudato sì’” abbiamo dato alle stampe su Amazon il nostro libro “LA DIGNITÀ DELLE NAZIONI” e l’anno dopo, 2016, un altro libro “MANIFESTO DEL CIVISMO”, col quale abbiamo divulgato le modalità di realizzazione di questo nuovo e inedito modello, sempre pubblicato su Amazon.
Ora, ti informo nuovamente, che nel 2016 i risultati della nostra ricerca sono stati presentati in Segreteria di Stato nella persona di monsignor Osvaldo Neves de Almeida incaricato dal card. Parolin per questa udienza, e pochi giorni dopo li abbiamo presentati al card. Peter Appiah Kodwo Turkson prefetto del Dicastero Pontificio per il servizio dello sviluppo umano integrale, e grazie anche al suo patrocinio a maggio 2017 abbiamo realizzato un convegno internazionale dal titolo “Un modello di Sviluppo Cristiano per una Ecologia Integrale”, nella sede prestigiosa della Conferenza Episcopale Triveneta a Zelarino-Venezia.
Nella precedente lettera ci siamo rivolti anche al Comitato organizzatore del rinviato Convegno mondiale di Assisi con l’intento di poter presentare i risultati e le proposte del nostro lavoro. Purtroppo, a causa della nostra età, non è stato possibile essere accolti in quanto diversamente giovani, mentre al Convegno erano invitati i giovani a presentare le idee innovative per un’economia che rispettasse l’ambiente e l’uomo.
Oggi, a causa della crisi devastante della pandemia, ci viene offerta un’opportunità straordinaria per ritornare alla carica nei tuoi confronti e far conoscere, grazie a te, a una platea più allargata le proposte divulgate a suo tempo nei due libri citati. Addirittura, consapevoli dell’importanza dei risultati, il primo volumetto è stato stampato in inglese, francese, spagnolo e russo giusto perché in tutto il mondo c’è un’attesa spasmodica per liberare l’umanità dalla “Economia che uccide”.
Questa crisi può generare nuovi comportamenti soprattutto a livello di relazioni economiche. I segni della decadenza del sistema economico ultraliberista si compendiano nella distruzione dei valori sui quali era nato e si era ancorato per un paio di secoli: la famiglia come cellula fondamentale della società, la difesa della vita dal concepimento al termine naturale, la solidarietà intergenerazionale ...... tutti valori nati dentro all’etica di origine cristiana, con buona pace di tutti i negazionisti sulla matrice divina dell’uomo.
La crisi deve essere un’opportunità per introdurre nella società quel cambio di paradigma economico che noi di World-Lab abbiamo messo a punto nei due volumetti citati e che qui ancora adesso divulgo per te, Papa Francesco prima di tutto, ma anche a tutte le persone coinvolte in questi processi di cambiamento, compresi gli “economisti di Dio” che sono interpellati come consultori nei vari Dicasteri Pontifici, perché è dalla implementazione nel tessuto sociale che può rinascere un’economia a servizio dell’uomo e della natura.
A questo punto una precisazione è necessaria per evitare fraintendimenti, il modello elaborato dagli specialisti di World-Lab non prevede l’intervento del livello politico per contributi o finanziamenti e consiste, oggi, nell’ APPOGGIO della CHIESA : incaricare una adeguata Parrocchia che collabori con W-L, promuovendo presso i parrocchiani, che nulla avrebbero da perdere e semmai tutto da guadagnare, la graduale realizzazione di un Convivio sperimentale...niente di più!
Si tratta di un progetto di natura socio-economica, il ruolo del quale non esiteremo a definire “storico” e quindi ineludibile per il quale, a giudicare dall’attualità, è giunto il tempo di una sua realizzazione.
Questa prende avvio, in due parole, con la diffusione di un originale contesto formativo/auto-occupazionale, economicamente sostenibile, standard e realizzato su base locale (tecnicamente denominato Distretto di Sviluppo Locale, ma anche Accademia Conviviale di Arti e Mestieri e, più semplicemente, Convivio).
Questo è fondato su una inedita variante, multi-famigliare e multi-attività, dell’auto-produzione, paradigma economico misconosciuto dove vengono prodotti “valori d’uso” e dove l’imprenditorialità, esercitata su base esclusivamente comunitaria, mira alla massima efficienza dell’intero circuito di produzione-consumo.
Nei Convivi; ed è ciò che spiazzerà l’intellighenzia economica nazionale ed internazionale che da sempre sostiene l’inconciliabilità fra la libera iniziativa e la disoccupazione zero; possono trovar posto tutte le risorse umane involontariamente inattive, già numerose e in tendenziale aumento, in quanto ad esse si aggiungono quelle che molte imprese del contesto concorrenziale devono estromettere a ritmo crescente, rimpiazzandole con le macchine e l’intelligenza artificiale, per mantenere la necessaria competitività in un contesto mondializzato.
È così che, con la diffusione dei Convivi sul territorio, ovunque richiesto, prenderà avvio una dinamica che, accompagnata da specifici effetti domino, sfocerà in un sistema in cui regna la libera iniziativa e in cui ognuno può accedere all’imprenditoria nelle sue variegate forme ed evitare, in ogni caso, la stigmatizzazione implicata dall’assistenza sociale.
Si tratta dunque di un progetto che, di primo acchito, può apparire, se non utopico, comunque eccessivamente ambizioso, ma che, di fatto, si rivelerà assolutamente realistico non appena ne daremo evidenza, seppur sommariamente, nella nota che segue.
Questa consiste nella diffusione sul territorio della Città metropolitana di Venezia, inteso come area pilota, di una inedita struttura di “formazione e auto-occupazione” denominata Accademia Conviviale di Arti e Mestieri (ACAM) o semplicemente Convivio.
Il Convivio va considerato come una Istituzione mancante la cui funzione consiste nell’accompagnamento all’operatività, attuato col metodo imparare lavorando, in una o più attività produttive sia di giovani, che di meno giovani che lo necessitano (es. lavoratori in ricollocazione).
Tale preziosa funzione, tradizionalmente svolta dalla famiglia o dal piccolo artigianato di prossimità, è oggi tragicamente assente nelle nostre società occidentali.
E questo fa sì che gran parte dei giovani, leoni da tastiera, non sappiano tenere in mano un cacciavite o una cazzuola e, ciò che è peggio, sviluppino un senso di rigetto verso l’attività manuale da cui sono totalmente avulsi.
La peculiarità del Convivio risiede nel fatto che la sua produzione, la quale copre un’ampia gamma di beni e servizi di consumo famigliare corrente, viene assorbita prioritariamente dalle famiglie dei numerosi soci operanti a vario titolo nelle diverse unità di produzione della struttura, la quale viene così a configurarsi come una “Mutua”, cioè un soggetto auto-produttore multi-famigliare e, nella fattispecie, multi-attività il quale, come ogni Mutua, risulta economicamente autonomo, in quanto impresa creata dagli utenti stessi.
Il Convivio perciò consente, come spiegato altrove in dettaglio, di creare occupazione aggiuntiva nel sistema e quindi attraverso una sua diffusione rapportata alle necessità, attuabile dalla società civile data la sua viabilità economica, diventa possibile eliminare totalmente la disoccupazione ed altre forme di inattività involontaria, fenomeno altamente deprecabile specialmente presso i giovani.
Una volta portata a termine una realizzazione dimostrativo-sperimentale del Convivio, questa potrà essere facilmente replicata, data la sua natura standard, sia all’interno del comprensorio veneziano che in altre aree del territorio nazionale e oltre.
Consapevoli di quanto sta maturando negli ambienti della Conferenza Episcopale Italiana, con riferimento a un modello di dottrina economica della Chiesa cattolica, che rinviando agli interventi di natura politica quanto previsto denota una sua improbabile realizzazione, come risulta da consolidata esperienza storica, noi suggeriamo di realizzare un’economia cristiana direttamente dalla società civile di cui la Chiesa fa parte.
Nella nostra accezione nell’economia cristiana parte dei beni e servizi di prima necessità sono autoprodotti da collettività private intermedie (Convivi) e dove le collettività pubbliche auto-producono non solo i servizi collettivi, ma anche un consistente numero di beni e servizi strategici oggi in mano ad imprese multinazionali orientate esclusivamente al profitto.
Solo qualche ambito cattolico (Domenicano, nella fattispecie, e non Francescano) sembra conoscere, ed apprezzare, il pensiero di World-Lab. Vedi articolo del domenicano Riccardo Lufrani: “La evangelizzazione dell’economia dalla gabbia dell’ideologia liberista alla vera libertà di una economia cristiana".
PS: In World-Lab ci siamo chiesti come mai Papa Francesco non promuova, assieme ai responsabili di altre chiese cristiane o di altre religioni, un movimento studentesco di "protesta-azione" (e non di "protesta-richiesta" come quello di Greta Thunberg che lascia il tempo che trova) come quello descritto (Work For Planet) in un prossimo articolo che segue esattamente il consiglio del Papa stesso (e cioè non lamentarsi per gli effetti del sistema attuale ma girargli le spalle e costruire un sistema economico diverso che renda obsoleto quello vigente).
Cosa facile: basta diffondere l'auto-produzione, multi-famigliare e multi-attività, dove possibile e ... conveniente (secondo la logica dell' homo oeconomicus).
Il resto (compreso " l'uomo nuovo") viene da sé, successivamente.
Per ogni informazione sull'Economia cristiana e World-Lab non esitare a contattarci a questi indirizzi:
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Per ulteriori approfondimenti vedi sul sito www.gianfrancotrabuio.it, nella cartella Europa Cristiana, gli articoli pubblicati:
1- L'ATTUALE SISTEMA ECONOMICO NON VA COMBATTUTO, VA RESO, PACIFICAMENTE, OBSOLETO.
2- LETTERA DEL CARDINALE PETER K. A. TURKSON PER IL CONVEGNO.
3- UN MODELLO DI SVILUPPO CRISTIANO PER UNA ECOLOGIA INTEGRALE.
4- CRISTIANESIMO E QUESTIONE SOCIALE : UNA NUOVA VISIONE DELL'ECONOMIA.