Mille fiori gialli profumati
mi osservano mentre passo
il tuo aroma primitivo
mi raggiunge nei pensieri
mi seduce nella memoria
lontani mi raggiungono
messaggi ansimanti
di ansia
di passioni
solo il gelo è presente
su questo sentiero
e quel pettirosso
mi guarda curioso
anche lui ti cerca
sa quali coccole
mandano quegli occhi
socchiusi
appassionati
silenti.
Il mio ultimo canzoniere di poesie DE VITA SOLITARIA è stato pubblicato di recente dalla casa Editrice Aletti di Roma.
Sono particolarmente grato al poeta libanese Hafez Haidar, candidato al Nobel per la pace nel 2017, che si è voluto cimentare nella redazione della prefazione del mio canzoniere avendo trovato nelle mie poesie un fascino particolare che l'ha coinvolto.
Il libro è in vendita sul sito della Aletti Editore e può essere ordinato anche in libreria.
Questa è la recensione che la collega giornalista Federica Grisolia ha redatto per conto della Aletti Editore e che sarà inviata ai quotidiani e riviste nazionali per essere divulgata nelle pagine culturali
Sulle orme di Petrarca il "De Vita solitaria" canta l'amore e la donna
E’ dedicato alla donna, «creatura meravigliosa che Dio ci offre per poterla cantare in mille modi», l'opera di Gianfranco Trabuio dal titolo “De vita solitaria”, pubblicata nella collana “I Diamanti” dell’Aletti editore. Una raccolta di versi in cui si susseguono emozioni e sentimenti, scaturiti dalle vicissitudini della vita e anche dalle sofferenze esistenziali. Il titolo si ispira all’omonimo trattato in prosa latina, scritto dal celebre poeta e scrittore Francesco Petrarca.
Gianfranco Trabuio, nato a Venezia ma che vive nel comune limitrofo di Martellago, giornalista ed ex docente di Statistica all’Università di Padova e Venezia, è vedovo da sei anni. Alla sua Mara, all’amore, alla donna, alla natura, alla montagna del suo Veneto, alla laguna di Venezia, alla bellezza di sentirsi immersi nella creazione, alla divinità, l’autore dedica le sue liriche, scritte senza interpunzioni per lasciare al lettore la libertà di interpretazione nella loro musicalità. «Non scrivo versi in rima - spiega il poeta - ma con molte assonanze, e non sono quasi mai della stessa lunghezza in modo che la lettura (o recitazione) di chi legge deve tener conto, in modo particolare, delle pause che provocano l’emozione della sorpresa».
Alla sua condizione di “orfanitudine”, ossia di solitudine affettiva - così come la definisce Trabuio - l’autore dedica una poesia dallo stesso titolo dell’opera “De vita solitaria”. «Quante estati sono passate e oggi sulle rocce del Rite spumeggiante e irruento rifletto sulla mia storia a quanto amore ho ricevuto da Mara e dai figli sempre e come una guida nascosta ma presente mia madre continua nella missione insieme con Mara mi sento accudito e coccolato nella mia vita solitaria».
«I versi di Gianfranco Trabuio - scrive il candidato al Premio Nobel per la Pace Hafez Haidar nella Prefazione -, che trasmettono con precisione e chiarezza nitidi ricordi, profondi sentimenti e personali considerazioni, sono in grado di coinvolgere il lettore e di farlo riflettere. In essi, la donna, madre, moglie o compagna, novella Beatrice, assurge al ruolo di sorgente di vita, dispensatrice di incanto ed amore, musa ispiratrice, guida preziosa che imprime una direzione sicura nel viaggio della vita, ma anche nel cammino nel mondo della poesia, dal classicismo al romanticismo». Il libro presenta, inoltre, le prefazioni del professor Francesco Semi: «Un motivo ricorrente in tutto il canzoniere di Trabuio è questo anelito alla vicinanza di un'altra, per “cominciare ad amare”; e non farlo è fatica, è dolore»; e del poeta Mario Stefani: «Poeta petrarchesco nel senso migliore del termine, usa il sentimento come momento-confessione, ricerca di se stesso».
In alcune poesie, come “Yerushalayim”, “Santa Maria degli Angeli” e “Lourdes”, viene trattato l’aspetto più mistico e religioso. L’autore Trabuio, infatti, in collaborazione con persone del settore, organizza anche viaggi culturali a sfondo religioso presso santuari mariani in Italia e in Francia. «Mi considero, vista la mia storia di ricercatore, in sintonia con i mistici di tutte le fedi religiose e io mi sento immerso in questa dimensione esistenziale: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”, come diceva Dante Alighieri nel XXVI canto dell’Inferno. Lo considero un mantra che illustra in modo efficace la mia filosofia esistenziale sia nella banalità del quotidiano come nelle mie ispirazioni poetiche».
Una poesia del tutto realistica, ovvero tratta dalla quotidianità delle riflessioni sul vivere e sul morire. Stati d’animo impressi sulle pagine del canzoniere, per comunicare al lettore «la bellezza del dialogo interiore mentre si vive immersi nella natura e nella suggestiva presenza della donna, considerata un alter ego col quale condividere emozioni e passioni».
Federica Grisolia
(Vincenzo La Camera - Agenzia di Comunicazione)
La copertina è un'incisione realizzata dalla pittrice Maria Emma Gobbi di Piove di Sacco (PD) e descrive il poeta nei pressi della sua abitazione a Cibiana di Cadore.
Il periodo strano che stiamo vivendo nel mondo intero, e in particolare nell'Europa governata dalla Commissione, ci provoca qualche domanda e qualche preoccupazione.
Come diceva un caro amico missionario in terre africane: le domande sono facili, le risposte quasi mai. Ecco nell'anno in cui a Bruxelles la Commissione ha decretato la eliminazione del Natale dalla cultura europea, salvo poi ricredersi, noi siamo immersi nella confusione più grande immaginabile. Il famigerato virus mutante, grazie all'insipienza dei vari scienziati, ha provocato, e provocherà fin quando non si sa, un dissesto informativo che la quasi totalità delle persone è assolutamente disorientata, anche quelle "acculturate" che evidentemente danno prova del fenomeno dell'intelligenza asintomatica, proprio come il virus mutante che provoca la malattia anche in chi non ce l'ha.
Ora, in questo contesto storico e culturale ho ritenuto adeguato questo mio augurio di BUON NATALE, recuperando una mia poesia pubblicata da Famiglia Cristiana qualche anno fa e scritta direttamente alla Madre di Gesù Bambino, verso la quale tutto il mondo cattolico e ortodosso guarda con fiducia chiedendo le grazie spirituali e materiali per far fronte a un'emergenza che sta appalesandosi sempre più drammatica.
MADONNA DEL LATTE, dipinto dal maestro Paolo Canciani, di Dosson di Casier (TV). L'originale si trova presso il Santuario di Betlemme
La Grotta Del Latte a Betlemme
A Betlemme, a 500 metri dalla Grotta della Natività, c’è la Grotta del Latte, meno importante della prima, ma ugualmente meta di molti pellegrinaggi. Scavata a tre metri di profondità rispetto al piano stradale, la grotta ricorda, secondo una tradizione che viene dai vangeli apocrifi, il luogo dove Maria sostò per allattare il bambino. Durante l’ allattamento alcune gocce di latte caddero imbiancando miracolosamente tutta la grotta. Per questa ragione è oggetto di devozione da parte delle mamme non solo cristiane e musulmane di Betlemme ma di tutto il mondo, che qui vengono a pregare e a implorare Maria per avere figli e abbondanza di latte.
Scendendo nella grotta tramite una piccola scala si accede ad un altare, dove, circondata da una cornice in madreperla, si trova l’oggetto della devozione, una statua in legno policromo che raffigura la Madonna che allatta il bambino.
La tradizione vuole che la polvere del tufo della grotta abbia proprietà miracolose, basta assumere piccole dosi di questa polvere per sperare nella grazia desiderata. Questa tradizione è molto viva e trova conferma nelle migliaia di testimonianze (un centinaio all’anno) che sono arrivate da tutto il mondo, da parte di tante donne che sono riuscite a portare a termine gravidanze impossibili e da tante altre persone guarite da mali incurabili, grazie alle preghiere e alla polvere.
Per avere la polvere della grotta non serve portarsi strumenti di scavo, basta chiederla all’ingresso a fra Lawrence, il francescano che da oltre 16 anni custodisce la grotta e raccoglie le testimonianze delle grazie ricevute.
ALLA MADRE (scritta da Gianfranco Trabuio e pubblicata da Famiglia Cristiana)
Questo mattino gelido
si gode una pioggia colorata
le foglie imbrinate dell’acero
cadono come in processione
è vicino il Natale
dentro alle nostre storie
ricordiamo l’evento
quando le mamme pensavano
alle loro maternità.
E tu Madre Maria
come ricordavi il tuo Natale
il tuo Gesù Bambino
con quanta emozione
da Nazaret a Betlemme
te lo portavi nel segreto
della tua storia?
Madre Maria
sapevi tutto del tuo Bambino
l’Angelo ti aveva parlato
e tu avevi accettato
fiat voluntas tua
come le nostre mamme
madri per sempre.
Madre Maria
ancora oggi guardiamo a te
al tuo figlio
diventato il nostro Gesù
e nel silenzio
da Betlemme al Calvario
l’hai accompagnato
chissà quanto hai pregato Dio Padre
che allontanasse quel calice
come le mamme di oggi.
Ecco Madre Maria
la nostra supplica
insegnaci ad accogliere Gesù
come fosse il nostro Bambino
aiutaci
i nostri figli hanno bisogno di te.
Alcuni anni fa, non so quanti, andavo a Roma per lavoro, allora ero un dirigente della Giunta Regionale del Veneto ed ero referente per conto della mia Regione in certe aree di lavoro strategiche per la programmazione regionale.
Qualche volta capitava che dovevo fermarmi per un paio di giorni e così alla sera uscivo per una passeggiata romana, e certi angoli di Roma sono talmente suggestivi che mi hanno fornito il destro per scrivere qualcosa delle mie emozioni.
Quella che segue l'ho scritta in francese perché è una lingua che si presta a certe sfumature dolci e raffinate.
PROMENADE
Je pense à toi jeunesse
à tes yeux qui rient
en voyant le monde
mon monde
mon âme
qui se combat
entre desir
et douleur
ton desir
ma douleur
je pleure sur ce monde
sans toi
sans ta jeunesse vivante
sans tes yeux qui chantent
l'amour
seulement l'amour
dans ce moment
sous le ciel romain
je pense à toi et je t'aime.
Tento una versione in italiano.
PASSEGGIATA
Penso a te giovinezza
ai tuoi occhi ridenti
guardando il mondo
il mio mondo
la mia anima
che si contrasta
tra desiderio
e dolore
il tuo desiderio
il mio dolore
piango su questo mondo
senza te
senza la tua giovinezza vivace
senza i tuoi occhi che cantano
l'amore
solamente l'amore
in questo momento
sotto il cielo romano
io penso a te e ti amo.
Alle mie dolci corrispondenti e ai miei cari amici che da anni mi seguono in questa passione letteraria e religiosa, che sconfina col misticismo, quest'anno ho ritenuto opportuno farvi arrivare questo augurio natalizio.
Tutto prende origine dalle mie esperienze come pellegrino nella terra di Gesù e dalle conoscenze maturate grazie ai contatti con i Frati Francescani Minori e le appassionate organizzazioni di volontariato che operano per sostenere nel loro difficile cammino i bambini dei territori devastati dalle violenze belliche.
Un ricordo speciale va alle mie amate Suore Dorotee figlie dei Sacri Cuori di Vicenza, che a Betlemme operano nell'Istituto Paolo VI, denominato EFFETA', nel quale accolgono l'infanzia affetta da gravi problemi di linguaggio e da sordità. Sono specializzate nel carisma particolare che il loro fondatore, San Giovanni Antonio Farina, ha voluto per educare l'infanzia sordomuta a parlare. Le tecniche utilizzate dalle suore non consistono nell'insegnare il linguaggio dei gesti, ma utilizzano strategie didattiche originali e gli alunni quando diventano adolescenti possono tranquillamente diplomarsi e anche laurearsi: uno dei tanti miracoli nati nella nostra terra Veneta.
Noi Amici di Terra Santa siamo impegnati anche con le adozioni a distanza dei bambini di Betlemme che frequentano le scuole dei Frati Francescani Minori e che non hanno disponibilità economiche per frequentare le lezioni e diplomarsi. A fine marzo 2020 sarò con un bel pellegrinaggio proprio a Betlemme dove avremo modo di conoscere i nostri scolari adottivi e i loro insegnanti, comprese le nostre care Suore Dorotee dell'EFFETA'.
Con questi sentimenti auguro a voi tutti un Natale di pace nei vostri cuori e nelle vostre famiglie.
Carissime e carissimi, questo invito è un'occasione straordinaria per conoscere l'arte, la musica e la poesia.
Giovedì 17 ottobre alle ore 18 vi aspetto in Via Cappuccina 15 a Mestre, presso la D'E.M. VENICE ART GALLERY, dove in una cornice artistica di pregio presenterò il mio quarto libro di poesie. In questo contesto sarò coadiuvato dalla cara poetessa Giorgia Pollastri e da mio figlio Giovanni. L'attore Adriano Spolaor si cimenterà nella recitazione di alcune mie creazioni e sarà accompagnato alla chitarra dal famoso musicista Andrea Ghezzo. Sarò a vostra disposizione per le dediche sul libro che vorrete acquistare e il tutto andrà a beneficio dei Frati Francescani della Parrocchia di Betlemme in Palestina attraverso fra Adriano Contran del convento di Sant'Antonio di Marghera.
Un brindisi allieterà la conclusione di questa originale manifestazione artistica.
San Lorenzo, murale sulla vecchia canonica a Cibiana di Cadore
Era d’agosto
e son passati decenni
il sole schiariva l’alba
gli alleati sganciavano bombe
San Lorenzo aiutava mia madre
e io iniziavo il mio cammino
sempre amato e coccolato
ero un po’ cagionevole
e la mamma con le zie
mi sostenevano.
Quante estati sono passate
e oggi sulle rocce del Rite
spumeggiante e irruente
rifletto sulla mia storia
a quanto amore ho ricevuto
da Mara e dai figli
sempre
e come una guida nascosta
ma presente
mia madre continua nella missione
insieme con Mara
mi sento accudito e coccolato
nella mia vita solitaria.
Cibiana di Cadore, 10 agosto 2019
Mi chiedi coccole di ciacole
che ti posso raccontare con amore
tu lontana tra i boschi e i prati
teneri come la primavera che arriva
i mandorli sono fioriti delicati
come i tuoi sguardi sognanti
che mi accarezzano nel tepore
di raggi di sole incipienti
come tenerezze sul mio volto
mai stanco.
INTERNO DELL'EDICOLA RESTAURATA DEL SANTO SEPOLCRO A GERUSALEMME. SU QUELLA LASTRA DI PIETRA VENNE POSATO IL CORPO DI CRISTO. NEL RECENTE RESTAURO DURANTE I LAVORI DI INDAGINE ARCHEOLOGICA LA PIETRA E' STATA SOLLEVATA E LE STRUMENTAZIONI DI LABORATORIO CHE RILEVAVANO I CAMPI ENERGETICI SONO ANDATE TUTTE A FONDO SCALA, SEGNO EVIDENTE CHE L'ENERGIA DELLA RISURREZIONE NON E' ANDATA DISPERSA. (La scritta in greco significa CRISTO E' RISORTO)
Restare in silenzio
anche per poco
sognando i tuoi occhi
i tuoi sospiri
quando bacio i simboli
disegnati sulla tua pelle
una storia di ricordi
antichi e sempre attuali
come questa croce che mi accompagna
sulle tracce della vecchia Yerushalayim
dove una notte
abbiamo vissuto
la nostra estasi mistica
dentro al Sepolcro.
Composizione premiata al Concorso internazionale di poesia San Valentino di Terni, 2019
COR AMANDO
L’ignoto non è visibile
forse neanche udibile
le nostre parole nate dal cuore
inondano l’etere
e fluiscono verso antenne lontane
chissà come arrivano a destinazione
quali distorsioni
quanti campi avversi
l’angoscia ti prende
non sai come catturare
momenti di estasi
rari e sfuggenti
tra queste montagne
tutto è aspro e difficile.
Forcella Déona, 18 agosto 2018
SUL TORRENTE RITE A CIBIANA DI CADORE
11 AGOSTO 2018
L’immagine di quella roccia salda e imponente
investita dalla violenza impetuosa del torrente
manda un’effervescenza di spruzzi e rigurgiti d’acqua
ma quella roccia mai si sposterà
solo quando una tempesta d’acqua
smuoverà una roccia più grande
forse riuscirà a spostarla.
Mi vedo in quel masso tenace
che la violenza degli eventi della mia vita
non ha spostato
sono ancora fermo
come una prova di resistenza con la vita
ho bisogno di una tempesta
per far fluire quella roccia
che ancora resiste.