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 In questa area del sito saranno trattati argomenti sulla antropologia culturale islamica e i temi caldi dell’attualità religiosa, politica e culturale centrati sull’Islam.

         Non c’è dubbio che la consistenza dei movimenti migratori dalle nazioni a maggioranza islamica ha raggiunto ormai la massa critica che, sociologicamente, dà avvio a tutta una serie di ripercussioni sulle reti di relazioni, sull’economia, sulla cultura della nostra terra italiana e veneta.

         Da alcuni anni, ormai, mi sono dedicato allo studio della religione islamica, e propongo serate  sul tema della conoscenza del fenomeno, proprio per comunicare a chi è interessato le caratteristiche di questa religione e per essere all’altezza dei cambiamenti che si stanno manifestando nel tessuto sociale.

Verranno quindi trattati e approfonditi gli argomenti che l’attualità degli eventi ci costringe a prendere in considerazione. L’approccio seguito è essenzialmente basato su modelli di ricerca che vengono utilizzati nelle applicazioni della Statistica metodologica alla conoscenza dei fenomeni sociali, e, nei limiti dell’etica della ricerca scientifica, sarà un approccio che terrà conto, ovviamente delle radici culturali dell’autore.

         Al riguardo, e per chiarezza espositiva, chi scrive è convinto che non esista “laicità” nella ricerca sociologica, ognuno di noi tenta di leggere la realtà che lo circonda con le mappe cognitive che si è costruito nel tempo e che, per quanto mi riguarda, sono state messe a dura prova nei lunghi anni di docente universitario e di ricercatore.

         Quando Maometto all’inizio del VII secolo dopo Cristo cominciò la sua esperienza mistica, non pensava certamente alle attuali conseguenze della sua ricerca religiosa, infatti, la sua sensibilità alla dimensione religiosa dell’esistenza l’aveva coltivata nei lunghi viaggi dall’Arabia alla Siria come capo carovana.

Maometto, infatti, aveva sposato una vedova ricca e dedita alle attività commerciali e si dedicava agli affari della moglie percorrendo per lunghi periodi le strade carovaniere che si dipartivano dall’Arabia verso il nord, attraversando le terre degli ebrei e incontrando le comunità cristiane, per arrivare nei mercati di scambio della Siria e della Mesopotamia dove arrivavano le carovane con le merci preziose che a dorso di cammello provenivano dall’India e dall’Asia centrale.

È molto importante per capire la genesi del pensiero religioso di Maometto, tenere in grande considerazione questo fatto: il viaggiare da mercante lo portava a contatto con le realtà religiose molto radicate e strutturate nelle popolazioni con cui veniva in contatto, soprattutto la religione ebraica e la religione cristiana. Questo fatto è talmente importante e da tenere sempre in evidenza, per tentare di spiegare nel corso della storia tutta la carica di violenza verso gli ebrei e verso i cristiani, dalla nascita dell’Islam fino ai nostri giorni, come ci sarà occasione di approfondire nel corso degli articoli che seguiranno a questo primo.

         Infatti, la struttura delle sure del Corano risente in modo inequivocabile delle ascendenze ebraiche e cristiane dell’esperienza religiosa di Maometto. Anzi, per quanto riguarda il pensiero del Profeta su Cristo bisogna sottolineare che la sua conoscenza del cristianesimo è basata sull’eresia monofisita, secondo la quale Cristo aveva una sola natura divina, eresia che venne condannata nel concilio di Calcedonia nel 451. Tale eresia era all’epoca dei viaggi di Maometto particolarmente diffusa in Egitto, in Siria e nella Palestina. Ma a questa è necessario aggiungere un’altra nota storica importante, l’altra eresia molto diffusa in oriente: il nestorianesimo, secondo la quale la Vergine Maria non poteva essere la madre di Dio, Theotokos secondo l’espressione greca, e Cristo aveva due nature, la divina e l’umana, tra loro separate.

Queste eresie hanno influenzato in modo evidente il pensiero religioso di Maometto come viene sviluppato nella sua recitazione del Corano. Il Corano è la raccolta, disordinata, dei dialoghi che il profeta ebbe con l’Arcangelo Gabriele durante le sue visioni mistiche.

Il termine disordinata è usato in modo appropriato perché le Sure (i capitoli del Corano), sono semplicemente ordinate secondo la loro lunghezza, prescindendo da altri criteri. In questo modo sfugge a qualunque analisi interpretativa di natura cronologica quanto raccolto nei testi.

Allora, le due eresie, monofisita e nestoriana, giocano un ruolo strategico per comprendere come la conoscenza distorta del Cristianesimo che Maometto si fece, abbia avuto e continui ad avere conseguenze nefaste sui rapporti tra le due religioni.

  È necessario, infatti, risalire alla storia di quel momento per conoscere in quale clima religioso e politico si verificarono le visioni mistiche del Profeta.

La diffusione del monofisismo e del nestorianesimo avvenne solo in oriente, anzi nel medio oriente come lo conosciamo noi oggi, e da lì le due eresie si diffusero addirittura fino alla Cina. In particolare l’eresia nestoriana ebbe vita lunga fino all’epoca attuale, mentre la monofisita si esaurì abbastanza rapidamente.

A questo punto è abbastanza intuitivo cogliere la grande carica di odio e di violenza contro il papato di Roma, perché nei Concili di Efeso (431), di Calcedonia (451), e nel secondo di Costantinopoli (553), vennero condannate le due eresie, messi al bando i seguaci e costretti all’esilio. E, poiché i concili venivano convocati dall’imperatore, che era a Costantinopoli, ma venivano controllati dai teologi della chiesa di Roma, ecco che nell’immaginario dei cristiani orientali, Roma, rappresentava e rappresenta un’autorità poco gradita, anzi odiata e avversata.

Come avremo modo di vedere e di capire nella nostra esposizione negli articoli che seguiranno in questa rubrica, la comprensione del fenomeno “Islam” non può essere disgiunta dalla genesi dello stesso. Il filo rosso che deve essere seguito nei secoli deve tenere in considerazione anche questi aspetti teologici e filosofici, e come è noto, quando questi si mischiano alla politica, fanno da detonatore, e le conseguenze sono note e sono ovvie. Niente di più drammatico e di più devastante per le comunità degli uomini si può verificare quando viene messo in discussione un credo religioso o un credo filosofico, oppure perché lo si vuole imporre agli altri.