Gianfranco Trabuio, pubblicista
PUNTI DA SVILUPPARE:
1. ESISTE UNA TEOLOGIA DELLA STORIA?
2. HA SENSO CHIEDERSI COSA VOGLIA DIO PADRE ONNIPOTENTE DA NOI CRISTIANI – CATTOLICI OGGI IN QUESTO CONTESTO STORICO E SOCIALE E ECONOMICO?
3. COSA VUOLE DIO, PADRONE DELLA STORIA, DA NOI SOTTOPOSTI OGGI AL TERRORISMO ISLAMICO?
4. COSA HA VOLUTO PROPORCI DIO, PADRONE DELLA STORIA, CON L’AVVENTO DEL PROFETA MUHAMMAD E CON LA SUA RELIGIONE INTRISA DI VIOLENZA E DI SOPRAFFAZIONE?
Io non sono un teologo e men che meno un profeta, però queste domande frullano nella mia mente da quando ho cominciato a studiare l’Islam insieme col nostro illustre fondatore: monsignor Antonio Mistrorigo vescovo emerito di Treviso, di recente salito nelle braccia del Padre celeste.
E finora non ho trovato risposte esaurienti alla mia ricerca, forse perché sono uno statistico, ho passato la mia vita professionale nel mondo della ricerca e dei numeri, con una passione per la verità dei fenomeni studiati. Non sono abituato alle “ciacole” da salotto, ho lo spirito di un segugio che fiuta delle tracce e su queste comincia a indagare. Negli ultimi dieci anni di attività di ricerca e di divulgazione, sia a livello di conferenziere sia di giornalista, ho capito qualcosa riguardo alle domande iniziali, ma ancora non ne ho compreso il senso complessivo.
Non dispero di riuscirvi un giorno, sono un uomo di fede e di preghiera, e prego la Santissima Trinità perché mi illumini e mi faccia incontrare persone con la competenza adeguata per fornirmi qualche pista di lavoro e di riflessione.
Certo il Francescanesimo con la sua secolare storia di testimonianza e di martirio nelle terre dominate dall’Islam, e con la gloriosa epopea nella difesa dell’Europa all’epoca delle invasioni degli eserciti turchi, può fornire piste di lavoro talmente importanti da meritare un approfondimento storico attuale.
Anzi, come nel 2010 i Frati Francescani della Provincia Toscana hanno realizzato un interessante Convegno internazionale sullo storico incontro tra Francesco di Assisi e il sultano Malik al Kamil, ai tempi della Quinta Crociate, così sarebbe altrettanto importante e urgente una riflessione sul ruolo del Francescanesimo nella difesa dell’Europa cristiana. Non tanto per una rivisitazione accademica degli eventi, ma per capire se il Francescanesimo ha ancora un ruolo da svolgere oggi, qui e ora. Se l’insegnamento dei Santi francescani attori di quella epica difesa, siano capaci di attualizzarlo all’oggi, quando l’Europa non è più cristiana.
Oggi, come sappiamo bene tutti, l’Europa è un’entità politico-economica i cui organi decisori hanno decretato la fine delle radici cristiane, hanno legiferato sulla fine della famiglia naturale composta da marito e moglie, hanno legiferato sulla distruzione della vita nascente, hanno legiferato sulla morte dei malati terminali e non. Stanno legiferando per imporci un’economia basata sulla speculazione finanziaria dove non c’è più spazio per il lavoro come lo intendevano i padri fondatori: De Gasperi, Adenauer e Monnet.
L’Europa è un’entità politico-economica che ha rinnegato la propria identità culturale basata sulle radici greco-giudaico-cristiane, in una ubriacatura collettiva di relativismo religioso e filosofico che nei fatti ne decreta il dissolvimento.
Gli stessi fondatori dell’Europa, De Gasperi, Adenauer, Schuman – tutti credenti e cattolici – non avevano soltanto una visione economica, ma avevano anche una visione spirituale sull’ampiezza della condizione umana. Jean Monnet, maestro di Schuman, ha detto che l’Europa non è soltanto una coalizione fra Stati ma un’unione fra uomini. L’assetto spirituale e morale dell’Europa, specialmente in un momento di crisi, è sempre più importante [...]. E’ giusto menzionare le radici spirituali giudaico-cristiane ma anche ricordare che non ci sono solo quelle giudaico-cristiane, abbiamo anche preso molto da Atene e dall’illuminismo. Ma in questo momento è importante ricordare che servono la carità e la grazia: anche questo fa parte dell’assetto della civilizzazione europea.
E ora, passo ad analizzare come siano state distrutte le radici cristiane dell’Europa, mediante l’incessante logorio del sistema mediatico basato sulle calunnie contro la Chiesa di Roma. Le calunnie anticattoliche, sosteneva Cardini, sono riconducibili a due tipologie:
a) calunnie di natura ideologica, derivanti dall'odio nei confronti della Chiesa stessa: per quello che è, per la missione di cui è portatrice, per il suo insegnamento. Quelle calunnie, cioè, che «nel nome di un modello etico-antropologico per definizione ritenuto l'unico valido possibile, attaccano la realtà ecclesiale o il suo magistero: come può la Chiesa cattolica essere sessuofobica? e combattere l'aborto? e sostenere l'infallibilità del pontefice di Roma? e difendere il celibato del clero? e sostenere il progetto religioso che per sua natura è alienante? e combattere il progresso, la modernità, la laicizzazione? Insomma, la Chiesa sarebbe «retriva» e «intollerante» in quanto non accetterebbe o comunque ostacolerebbe scelte e modi di pensare maggioritari o diffusi nel mondo occidentale moderno: e in ciò andrebbe contro il «vento» e il «senso» della storia».
Calunnie di questo tipo, proprio perché fondate su un'avversione preconcetta, rendono impossibile qualsiasi tipo di dialogo.
In casi simili altro non resta se non la mera constatazione di questa incomunicabilità, il che tuttavia non esime dal ribadire la verità nella carità.
b) calunnie di natura storica, che, sebbene tutto sommato meno malevole, meno insidiose, meno ottuse, in compenso sono più diffuse e vengono ritenute portatrici di altrettante indiscutibili verità.
Da questa pletora di luoghi comuni scaturisce così una litania tanto ossessiva quanto mistificatrice che, nell'atto di rammentare ai cattolici la damnatio memoriae che accompagna la loro storia, non lesina sforzi per rappresentare - talora surrettiziamente, talora apertamente - la Chiesa romana come una plurisecolare associazione a delinquere, i delitti della quale costituirebbero null'altro che la logica conseguenza di una natura criminogena, oscurantista (l'oscurantismo, si sa, per definizione è cattolico) e totalitaria.
Questa vulgata menzognera e capziosa suggerisce che la Chiesa ha tradito l'originaria dottrina di Gesù e degli apostoli, specie sui grandi temi del potere e della povertà
In questa silloge non poteva mancare la voce di Léo Moulin, poliedrico studioso a cavallo di storiografia e sociologia, ma anche implacabile accusatore delle falsità propalate dai fautori della leggenda nera anticattolica. Uno strano caso - lui stesso si è definito uno «scherzo dello Spirito Santo» - di «apologeta agnostico» del cattolicesimo.
Questo l’invito di Moulin: «Reagite, voi cattolici, a quell'irrazionale masochismo che si è impadronito di voi dopo il Vaticano II. La propaganda menzognera che inizia nel Settecento, e forse anche prima, è riuscita ad ottenere la sua più grande vittoria, dandovi una cattiva coscienza, persuadendovi che siete colpevoli di tutti i mali del mondo, che siete gli eredi di una storia da dimenticare. E invece non è così. Studiatela, questa vostra storia, e vedrete che l'attivo di questi duemila anni supera ampiamente il passivo. E non dimenticate di confrontare i frutti di Gesù e di suoi discepoli come Benedetto, Francesco, Domenico, con i frutti di altri alberi, di altri "maestri". Il confronto vi riaprirà gli occhi».
È ancora Moulin, all'unisono col grande apologeta cattolico Vittorio Messori, a ribadire la palese falsità di una certa mentalità «autodemolitrice», masochistica, invalsa all'interno della Chiesa cattolica: «Date retta a me, vecchio incredulo che se ne intende: il capolavoro della propaganda anti-cristiana è l'essere riusciti a creare nei cristiani, nei cattolici soprattutto, una cattiva coscienza; a instillargli l'imbarazzo, quando non la vergogna, per la loro storia. A furia di insistere, dalla Riforma sino ad oggi, ce l'hanno fatta a convincervi di essere i responsabili di tutti o quasi i mali del mondo. Vi hanno paralizzato nell'autocritica masochista, per neutralizzare la critica di ciò che ha preso il vostro posto”.
Femministe, omosessuali, terzomondiali e terzomondisti, pacifisti, esponenti di tutte le minoranze, contestatori e scontenti di ogni risma, scienziati, umanisti, filosofi, ecologisti, animalisti, moralisti laici: «Da tutti vi siete lasciati presentare il conto, spesso truccato, senza quasi discutere. Non c'è problema o errore o sofferenza nella storia che non vi siano stati addebitati. E voi, così spesso ignoranti del vostro passato, avete finito per crederci, magari per dar loro manforte. Invece io (agnostico, ma storico che cerca di essere oggettivo) vi dico che dovete reagire, in nome della verità. Spesso, infatti, non è vero. E se qualcosa di vero c'è, è anche vero che, in un bilancio di venti secoli di cristianesimo, le luci prevalgono di gran lunga sulle ombre. Ma poi: perché non chiedere a vostra volta il conto a chi lo presenta a voi? Sono forse stati migliori i risultati di ciò che è venuto dopo? Da quali pulpiti ascoltate, contriti, certe prediche?».
DI RECENTE BENEDETTO XVI HA FATTO UN PELLEGRINAGGIO SUI PASSI DI SAN FRANCESCO DI ASSISI: QUALE INSEGNAMENTO POSSIAMO TRARRE DA QUESTO EVENTO STRAORDINARIO.
SIAMO INVITATI TUTTI A RIPARTIRE DA SAN FRANCESCO PER IL PROGETTO DI NUOVA EVANGELIZZAZIONE.
Concludo con una breve indicazione del Papa sui presupposti metodologici che possono essere attuati per ricreare le condizioni per lo sviluppo armonico della nuova Europa alla luce delle sue radici.
Qualche mese fa, Benedetto XVI è stato in visita a un monastero benedettino: Serra san Bruno, in Calabria.
Queste sono le sue parole:
“I monasteri hanno nel mondo una funzione molto preziosa, direi indispensabile.Se nel medioevo essi sono stati centri di bonifica dei territori paludosi, oggi servono a "bonificare" l’ambiente in un altro senso: a volte, infatti, il clima che si respira nelle nostre società non è salubre, è inquinato da una mentalità che non è cristiana, e nemmeno umana, perché dominata dagli interessi economici, preoccupata soltanto delle cose terrene e carente di una dimensione spirituale. In questo clima non solo si emargina Dio, ma anche il prossimo, e non ci si impegna per il bene comune. Il monastero invece è modello di una società che pone al centro Dio e la relazione fraterna. Ne abbiamo tanto bisogno anche nel nostro tempo.”
Il Vecchio Continente, ha constatato, il Papa, è oggi “alla ricerca della propria identità”.
Per creare “un’unità nuova e duratura”, sono ovviamente importanti gli strumenti politici, economici e giuridici, ma occorre soprattutto “suscitare un rinnovamento etico e spirituale che attinga alle radici cristiane del Continente, altrimenti non si può ricostruire l’Europa”.
“Senza questa linfa vitale, l’uomo resta esposto al pericolo di soccombere all’antica tentazione di volersi redimere da sé – utopia che, in modi diversi, nell’Europa del Novecento ha causato, come ha rilevato il Papa Giovanni Paolo II, “un regresso senza precedenti nella tormentata storia dell’umanità”
Ecco la sfida che dovrebbe essere accettata dagli Ordini Francescani per il terzo millennio: promuovere una “nuova crociata” per la rinascita delle radici cristiane dell’Europa.
Abbiamo bisogno di lanciare questa nuova crociata non tanto contro l’Islam, ma per convertire l’Europa e l’Islam grazie alla Madonna, Lei ponte tra Vangelo e Corano può aiutarci tutti in questa impresa