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ANNO DELLA FEDE                                                                                 LOGO CUSTODIALE

ZELARINO, 11 NOVEMBRE 2012

GIORNATA DI SPIRITUALITÀ SULL’ANNO DELLA FEDE, con la catechesi di don Daniele Panzeri, sacerdote orionino, e padre Aldo Tonini o.f.m., Commissario di Terra Santa per il Triveneto.

(DON DANIELE PANZERI, è coordinatore del gruppo del Rinnovamento Carismatico Cattolico della zona di Mestre.

Sito web: www.carismaticipiox.it

APPUNTI DALLA CATECHESI.

L’anno della fede è stato proclamato dal Papa Benedetto XVI in occasione del 50° dall’inaugurazione  del Concilio Ecumenico Vaticano II e in occasione del 20° dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica.

È necessario rileggere i documenti del Concilio alla luce della nostra condizione attuale. Il Concilio venne interpretato, all'epoca, come rinnovamento della Chiesa Cattolica, ma in senso deteriore. Molti sacerdoti e religiosi abbandonarono la Chiesa Cattolica come gesto di liberazione, molti dentro alla Chiesa di Roma lessero gli Atti del Concilio come un adeguamento della dottrina della Chiesa ai tempi, quasi che la Chiesa dovesse correre dietro al mondo. La famosa espressione “seguire i segni dei tempi”, venne interpretata in chiave sociologica come un adeguamento della Dottrina Cattolica ai tempi. Erano i tempi del divorzio, cui seguì poco dopo la legge sull’aborto e oggi segue la legislazione sulla eugenetica (figli in provetta, eliminazione degli embrioni, ecc.) e sull’eutanasia.

La Chiesa cattolica e il Catechismo che la spiega nella sua dottrina, non possono seguire i tempi, devono capire i tempi e adeguare l’insegnamento e gli strumenti di diffusione ai tempi.

Anno della fede significa, quindi, fare un’immersione nei documenti fondamentali del Concilio e del Catechismo della Chiesa Cattolica, per apprendere la dottrina ivi contenuta e divulgarla al mondo.

Dov’è il nocciolo della nostra fede?

La fede non è il culto, non è un insieme di atti di devozione., è l’incontro con un avvenimento storico: Gesù Cristo.

don Daniele alla lettura del Vangelo, sull'ambone è bene in evidenza la bandiera con il logo della Custodia Francescana di Terra Santa

DON DANIELE

La fede è relazione con,

la fede è da coltivare,

la fede è testimonianza.

Bisogna ritornare all’essenziale. A volte quando si ammira un quadro ci si lascia distogliere dalla cornice: l’incontro con Cristo e con la sua Parola sono l’essenziale, il contorno di riferimenti teologici, biblici, sociologici, se valorizzano il quadro che è Gesù e sono coerenti col suo Vangelo hanno un senso, diversamente, meglio buttare tutto e rimanere solo col Cristo. Abbiamo bisogno di ritornare all’essenziale, noi cristiani impegnati, bisogna ritornare a ringraziare Dio per il dono della fede.

Noi siamo figli di una tradizione, di qualcosa che ci è stata tramandata. Quella dobbiamo valorizzare nella nostra ricerca di senso per la nostra fede, per la nostra vita.

Invito a ripercorrere la strada della nostra fede:

  1. 1.Rivivere la nostra Pasqua, corpo e sangue di Cristo,
  2. 2.La fede va vissuta come incontro con Gesù Cristo persona,
  3. 3.Il pellegrinaggio in Terra Santa è una tappa per l’anno della fede, e va vissuto attraverso la vita spirituale, mediante l’incontro con Gesù,
  4. 4.Il tipo di relazione comunionale con Gesù,
  5. 5.Fede è lasciarsi possedere da Dio,
  6. 6.Noi uomini non siamo sotto l’influsso del male. Non è così! Noi siamo immersi, dal Battesimo, nella vita divina, Dio è con noi. Siamo immersi nella Trinità, siamo immersi nell’amore di Dio.

Padre Aldo e don Daniele durante la liturgia eucaristica

P. ALDO DON DANIELE E GFRANCO

Su quest’ultimo punto è necessario far  presente la deviazione dottrinale esistente in molti gruppi di preghiera che parlano più sovente del demonio che di Dio. Non è questa la nostra fede!

Durante l’Anno della Fede siamo invitati a riscoprire i fondamentali della nostra fede:

  1. 1.Educarci al pensiero di Cristo, san Paolo dice di avere gli stessi sentimenti di Gesù;
  2. 2.Erano uniti nella comunione fraterna. Oggi le comunità vivono nella disgregazione (anche quelle religiose, non solo quelle parrocchiali). Una sana provocazione sulle Collaborazioni Pastorali: se i pastori non riescono a fare i pastori nella propria parrocchia, non è allargando i confini e aumentando la popolazione che si riesce a comunicare Gesù.
  3. 3.Le pratiche di devozione sono inutili e dannose se non fanno cambiare vita. Oggi si nota la diffusione dei gruppi di devozione, ma se non sono finalizzati alla comunicazione della fede, non servono, anzi, rischiano di essere dannosi se non fanno cambiare vita! Esempio: oggi va di moda la consacrazione alla Madonna, ma se non è finalizzata al cambiare vita non serve, si alimentano illusioni.

Padre Aldo e don Daniele al momento del Sanctus, sono visibili il bellissimo quadro tessuto in lana con la Divina Misericordia  e Santa Faustina Kowalska, la statua della Madonna proveniente da Medjugorje                                                                          

DON DANIELE E PADRE ALDO

COMANDO: essere elementi di comunione nelle nostre comunità

  • Erano assidui nello spezzare il pane e nella preghiera: i problemi delle comunità non si affrontano con incontri e convegni, si risolvono davanti all’Eucaristia!!! Meno parole e più preghiera.
  • La comunità esiste per la missione e i gruppi di preghiera devono vivere col parroco.