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PARROCCHIA DELL'ANNUNCIAZIONE IN OLMO DI MARTELLAGO
29 Ottobre 2012 ore 20 30 (Mese del Rosario)
GRUPPO DI DEVOZIONE ALLA DIVINA MISERICORDIA.

LODATE IL SIGNORE PERCHÉ È GRANDE, ETERNA È LA SUA MISERICORDIA

 1° Novembre festa di Tutti i Santi

2 Novembre Commemorazione di tutti i fedeli defunti

 VIENI SPIRITO SANTO VIENI

 Vieni, Spirito Santo, vieni,

soffio di vita, vieni,

Spirito Santo, vieni.

 IN TE RINASCERÒ DALL'ALTO,

NELLE TUE MANI COME IL VENTO
CHE SOFFIA DOVE VUOLE MA
NON SO DI DOVE VIENE E DOVE VA.

 Vieni, Spirito Santo, vieni,

dentro al mio cuore, vieni,
Spirito Santo, vieni.
Rit.
Vieni, Spirito Santo, vieni,
forza di vita, Vieni,
Spirito Santo, vieni.
Rit.
Vieni, Spirito Santo, vieni,
sulla tu chiesa, vieni,
Spirito Santo, vieni. (SULLA FAMIGLIA) (SUI NOSTRI FIGLI) (SUI SACERDOTI) (SUGLI AMMALATI) (SULLA NOSTRA PARROCCHIA)

 "FACCIAMO TESORO DEL ROSARIO. VUOTIAMO IL PURGATORIO!"

 La storica esortazione di san Pio da Pietrelcina

di don Marcello Stanzione

ROMA, martedì, 23 ottobre 2012 (ZENIT.org).- Un episodio straordinario, fra i molti che capitavano con san Pio da Pietrelcina. Muore il papà di una signora, che era fervente figlia spirituale di Padre Pio. La signora abitava nel nord Italia. Dopo la morte del papà, la signora si mette in viaggio e arriva a San Giovanni Rotondo. Incontra Padre Pio e lo prega, in lacrime, di dirle che cosa fare per suffragare l'anima del papà morto piamente alcuni giorni prima. Padre Pio le risponde con serenità: "Recita duecento Rosari perché l'anima di tuo papà lasci il Purgatorio ed entri nel Regno dei cieli". La pia signora, confortata, si rimette in viaggio verso il nord Italia e inizia subito la recita di duecento Rosari. In questo episodio leggiamo la potenza del Rosario nel sollevare e liberare le anime purganti dalle loro terribili pene, perché entrino nella Patria dei cieli.
Anche in altre occasioni san Pio da Pietrelcina, donando la corona del Rosario a qualcuno, diceva: "Facciamo tesoro del Rosario. Vuotiamo il Purgatorio!" Sarebbe davvero salutare tener presente questa esortazione di san Pio da Pietrelcina, soprattutto in occasione della morte dei nostri parenti, per i quali, di solito, siamo pronti a versare lacrime e a spendere soldi in corone di fiori, mentre potremmo donare a loro le corone ben più preziose e sante dei Rosari recitati senza stancarci. E' antico nella Chiesa l'insegnamento sull'efficacia del Rosario nell'alleviare le anime purganti dalle loro sofferenze e liberarle, dal Purgatorio.
Anche la grande santa Teresa d'Avila ammaestrava e raccomandava alle sue monache di suffragare generosamente le anime purganti con la recita dei Rosari, perché ogni Ave Maria è un sollievo, è un ristoro per quelle penanti nel fuoco dell'espiazione e della separazione da Dio Amore. Per questo sant'Alfonso de' Liguori, ammaestrato da santa Teresa d'Avila, raccomandava: "Se vogliamo aiutare le anime del Purgatorio, recitiamo per loro il Rosario che arreca grande sollievo". E sant'Annibale di Francia affermava anch'egli che "quando noi recitiamo la corona di Maria Santissima per qualche anima, quell'anima sente quasi smorzare le ardenti fiamme che lo circondano e prova un refrigerio di Paradiso". Un santo che fu straordinario nell'apostolato del Rosario per le anime purganti fu senza dubbio san Pompilio Pirrotti, sacerdote piissimo e grande apostolo, vissuto nel secolo XVIII.
Certamente la pratica di pietà mariana da lui preferita fu il Rosario, ed egli stesso si preoccupava di costruire molte corone del Rosario anche per distribuirle agli altri, incitando a recitare il Rosario per suffragare le anime purganti. La sua specialità in questa pratica mariana consisteva nel fatto che egli recitava il Rosario non soltanto dovunque e con chiunque, ma anche con le stesse anime purganti. Parrebbe incredibile, eppure le testimonianze a riguardo non ammettono dubbio o incertezza.
Nella Chiesa del Purgatorio, infatti, dove il Santo officiava, non raramente avveniva che recitando egli il Rosario si udivano con chiarezza le voci delle anime defunte che rispondevano la seconda parte dell'Ave Maria. Stupore e meraviglia colpivano tutti i presenti, ma anche una grande commozione spingeva ad un impegno generoso nella recita dei Rosari per suffragare quelle anime penanti in attesa del sollievo che arrecano a loro i nostri Rosari.
Un altro grande apostolo del Rosario per le anime purganti fu san Giovanni Massias, padre domenicano, il quale recitò tanti Rosari per le anime del Purgatorio e ricevette la rivelazione che con i Rosari aveva liberato dal Purgatorio un milione e quattrocentomila anime. Il papa Gregorio XVI volle che questo fatto così straordinario e così edificante venisse inserito nella stessa Bolla di Beatificazione, a insegnamento per tutti.
Un particolare interessante leggiamo nella vita di Maria Cicerchia: questa umile Serva del Signore si recava di frequente in visita al cimitero; lungo il tragitto recitava Rosari senza interruzione per le anime purganti, e al cimitero amava recitare in modo speciale i misteri gloriosi del Santo Rosario. Perché i misteri gloriosi? Perché sperava che per la mediazione materna di Maria Santissima, Regina del paradiso, quelle anime rinchiuse nel Purgatorio potessero lasciare al più presto quel luogo di sofferenza ed entrare nella gloria senza fine del santo Paradiso di Dio.
Animiamoci anche noi a questa carità verso le anime purganti recitando il Rosario per alleviare le loro sofferenze, per ottenere a loro la liberazione da quel luogo di pene, con l'entrata nel Regno dei cieli, dove gioire eternamente beate. Suffragare le anime purganti, del resto, è una carità che non resterà senza ricompensa sulla terra e nei cieli. Gli esempi e gli ammaestramenti dei Santi ci illumino e ci spronino alla generosità nella recita di molti Rosari per le anime purganti.

ROSARIO MEDITATO SECONDO SANTA FAUSTINA KOWALSKA

MISTERI GLORIOSI

LITANIE A SANTA FAUSTINA

 PAUSA DI MEDITAZIONE PERSONALE

 Madonna Nera

 C'è una terra silenziosa

dove ognuno vuol tornare
una terra e un dolce volto
con due segni di violenza:
sguardo intenso e premuroso
che ti chiede di affidare
la tua vita e il tuo mondo
in mano a Lei.

 Madonna, Madonna Nera,

è dolce esser tuo figlio!
Oh lascia, Madonna Nera,
ch'io viva vicino a te.

 Lei ti calma e rasserena,

lei ti libera dal male
perché sempre ha un cuore grande
per ciascuno dei suoi figli;
Lei ti illumina il cammino
se le offri un po' d'amore
se ogni giorno parlerai
a Lei così:

 Questo mondo in subbuglio

cosa all'uomo potrà offrire?
Solo il volto di una Madre
pace vera può donare.
Nel tuo sguardo noi cerchiamo
quel sorriso del Signore
che ridesta un po' di bene
in fondo al cuor.

 INVOCHIAMO LA BENEDIZIONE DEL SIGNORE con la formula di san Francesco:

Il Signore ci benedica e ci custodisca, mostri a noi il suo volto e abbia misericordia di noi. Rivolga il suo volto verso di noi e ci dia pace. Nel nome del Padre, del Figlio e dello spirito Santo. Amen

 Riflessioni sulla festa di Tutti i Santi (dalle omelie del dr. Aldo Solimbergo di Treviso)

Che cosa significa essere Santi? Cosa non significa essere santi?

a) Innanzitutto, non significa essere perfetti: né di carattere, né tantomeno nel comportamento. Perché i Santi, perfetti non lo erano e non avevano neppure la percezione di esserlo.

b) Non significa essere pacifici e mansueti, altrimenti gente come l'attaccabrighe Girolamo o il poco affabile Padre Pio non rientrerebbe nella schiera dei santi.

c) Non significa essere seri e compassati, altrimenti Filippo Neri sarebbe tutt'altro che un santo.

d) Non significa nemmeno essere calmi e pazienti: ne sa qualcosa un cuore irrequieto come quello di Agostino d'Ippona.

e) Ma la perfezione dei santi non è neppure assoluta fedeltà a Cristo: chiedetelo al principe degli apostoli, Pietro, che promette all'amato Maestro di seguirlo sulla croce e poi lo rinnega.

f) E cosa dire dei comportamenti morali irreprensibili, se Maria di Magdala si è dovuta far guarire da "sette demoni", come dice il Vangelo? E della rigidità di Ignazio di Loyola e dell'intolleranza dei Figli di Zebedeo?

g) Essere santi non significa nemmeno stare tutto il giorno in preghiera o rinchiudersi in un convento, oppure ricercare a tutti i costi la povertà e l'abnegazione rinunciando ad una vita di onori, altrimenti non avremmo re, principi e regine tra di loro.

Ciò che fa di loro dei santi e quindi dei modelli è fondamentalmente la Misericordia: quella sperimentata, innanzitutto, per tutte le volte che si sono lasciati incontrare dal perdono di Dio che dava loro la possibilità di rialzarsi e di ricominciare da capo; e poi, di conseguenza, quella offerta ai fratelli come risposta alla grazia e all'amore ricevuto da Dio.

a) Persone del tutto simili a noi, aventi gli stessi problemi, le stesse ansie, apprensioni e coltivando i medesimi ideali e progetti di vita, ma tutti quanti nutrendo un comune denominatore: Dio e un comune progetto, la testimonianza del suo Figlio Gesù Cristo.

b) Allora i santi diventano nostri concittadini e nostri compagni di vita: quando ci mostrano la grandezza della normalità, l'eroicità dell'ordinario, la straordinarietà delle cose semplici.

c) Quanti santi vivono al nostro fianco la vita di ogni giorno senza che nessuno mai li eleverà alla gloria degli altari! Quanto santi possiamo e dobbiamo essere pure noi, nonostante, anzi, a partire dalla consapevolezza delle nostre debolezze: perché è nella nostra debolezza che si manifesta la potenza di Dio, l'unico Santo tra Tutti i Santi.

d) Il santo, quindi, non è colui che ha raggiunto una meta, ma colui che si supera continuamente in amore; suo compito è di essere perfetto come è perfetto il Padre celeste (Mt V, 48).

Chi veramente sperimenta la misericordia?

Chi è nello spirito della beatitudini. Il povero che si sente figlio amato dal Padre, il mite che già si sente signore di tutto, l'operatore di pace che comprende l'assurdità di ogni guerra, anche quella con i vicini, chi crede nella giustizia e lavora per essa nonostante tutte le disillusioni.

a) Le beatitudini di Gesù sono una promessa che si compie nel momento in cui non ti metti a gareggiare con le presunte felicità del mondo, ma scegli il Vangelo e la sua logica. A qualunque costo, in qualunque luogo.

b) Questa è la santità che Gesù sogna per noi. Una santità che si incarna e si consuma lì dove siamo chiamati a vivere. Incontriamo tutti persone che vivono continuamente di evasioni: "Se avessi avuto un altro marito, allora sì che avrei potuto impegnarmi di più in questo o in quello.", "Se non avessi la mamma anziana a casa, allora sì che avrei potuto fare tanto volontariato.", "Se avessi avuto altri vicini di casa, allora sì che avrei potuto testimoniare diversamente la mia fede.". La festa di oggi ci ricorda che proprio lì dove viviamo - con quel marito o quella moglie, con quei genitori anziani o giovani, con quei vicini di casa o con quei compagni di scuola o colleghi di lavoro - siamo chiamati a far fiorire la vocazione alla santità che come un seme fecondo è stato piantato nel nostro cuore!

A..A.A. ATTENZIONE, MOLTO IMPORTANTE

Il Papa Benedetto XVI indicendo l'Anno della Fede ha pubblicato la lettera per "lucrare" l'indulgenza plenaria nel giorno del proprio Battesimo.

Chiunque voglia seguire questo invito alla MISERICORDIA DIVINA, nel giorno del proprio Battesimo, può "lucrare" l'indulgenza plenaria seguendo le indicazioni canoniche:
• Confessione sacramentale,
• Comunione,
• Pregando per il Papa e per la Chiesa e recitando il Credo, il Padre Nostro e l'Ave Maria.

Accogliamo l'invito del Papa Benedetto XVI che vuole avere una Chiesa di Santi, come San Francesco di Assisi a suo tempo con il Perdon d'Assisi.