ENNEAGRAMMA E PERSONALITÀ. DAI MISTICI ALLA PNL.
Come sempre quando ci si inoltra in uno studio di natura antropologica si devono fare i conti con aspetti a volte contradditori connessi alle diverse visioni dell’uomo e sulle sue relazioni con il divino.
Anche in questo caso, nello studio dell’Enneagramma, è necessario ripercorrere la genesi di questo strumento di conoscenza dell’uomo e dei vari aspetti delle personalità o caratteri che lo identificano. Secondo le fonti più attendibili lo studio dell’Enneagramma si fa risalire alla dimensione mistica dell’uomo sviluppata oltre mille anni fa dai filosofi persiani che avevano intuito attraverso lo studio del pensiero islamico la natura più profonda, e più vera, dell’uomo. Senza entrare nel merito storico, non è questa la sede, si ritiene che nella corrente mistica del Sufismo sia nata questa stupenda esperienza nella conoscenza delle diverse personalità degli uomini e la correlata necessità di studiarne la classificazione in tipi strutturalmente diversi, con lo scopo di poter guidare le persone in un cammino di autoconoscenza per facilitare l’incontro con la dimensione divina dell’uomo. Il sufismo come corrente filosofica originata dentro all’Islam aveva anche questo scopo.
La sua applicazione alla psicologia risale a metà del secolo scorso, grazie al lavoro di Oscar Ichazo(discepolo di Georges Gurdjieff e "maestro sufi di quarta via") e Claudio Naranjo.
Sempre dopo la metà del secolo scorso a seguito della scoperta delle leggi che governano i modelli comunicativi con la PNL (Programmazione Neurolinguistica), si sono ripresi gli studi su questo strumento fondamentale per la conoscenza dell’uomo, e a queste scoperte hanno grandemente contribuito, e continuano, le neuroscienze con l’eredità della fisica quantistica applicata alle discipline medico-biologiche-genetiche.
CARATTERISTICHE PECULIARI DEI VARI ENNEATIPI
COME SI COMPORTANO I VARI ENNEATIPI IN SITUAZIONI DI STRESS O DI COMFORT
SCHEMI RIASSUNTIVI DELLE CARATTERISTICHE PECULIARI DI COMUNICAZIONE DEI VARI ENNEATIPI.
Nel grande gioco della comunicazione la PNL si inserisce con forza, come il tentativo di rendere le persone felici.
Si inizia così nel 1975 con il libro "LA STRUTTURA DELLA MAGIA" di Richard Bandler e John Grinder (edito in Italia da Astrolabio nel 1981).
Analizzare le strategie degli analisti di successo significava questo:"replicare uno standard per aiutare le persone a cambiare". Il cambiamento è possibile da adesso. Ecco perché l'Enneagramma, pur con tutti i suoi limiti, , ci insegna sempre qualcosa sull'Umanità, sul modo con il quale le persone ragionano e reagiscono. E' un modo per entrare nelle mappe mentali dei nostri interlocutori, ci aiuta nella gestione dei conflitti e anche nel miglioramento personale.
In fin dei conti è un modo per fare coaching a sé stessi e agli altri. E' un modo per voler bene all'Umanità e a noi stessi. Oltre la schematizzazione ci sono le persone, ci sono quelli che pensano di avere caratteristiche di ogni enneatipo, ci sono quelli a cui va tutto stretto, ci sono quelli che la prendono troppo sul personale.
Alla fine è come un gioco, il gioco della comunicazione, a cui tutti possono partecipare, imparando sempre qualcosa su noi stessi e sugli altri.
PREMESSA.
Dopo le straordinarie scoperte fatte attorno agli anni '70 del secolo scorso dagli studiosi di comunicazione e che hanno posto le basi scientifiche della Programmazione Neurolinguistica (PNL), c'è stato tutto un fiorire di attività connesse a quelle intuizioni che continuano anche oggi con lo scopo di rendere sempre più facile e efficace il mettersi in relazione con gli altri. In particolare risulta di grande interesse comprendere quali sono i canali sensoriali che ciascuno di noi privilegia rispetto agli altri. Premesso che per semplicità vengono definiti solo 3 di questi canali: AUDITIVO, VISIVO, CENESTESICO, nel questionario riportato vengono riportate le risposte che per ciascuno di noi caratterizzano il nostro modo di mappare il mondo che ci circonda.
Per ulteriori informazioni rimando alle diapositive su questa cartella della conferenza: SEMINARIO SULLA PROGRAMMAZIONE NEUROLINGUISTICA.
TEST ''COME PROCESSIAMO IL MONDO?''
Segnate la vostra risposta a queste domande
1) Che cosa vi piace di più?
a) ascoltare musica
b) guardare un film
c) andare a ballare
2) Quale tipo di programma televisivo preferite?
a) documentari
b) show, cabaret, comicità
c) notiziari
3) Parlando con un'altra persona.
a) la ascoltate con attenzione
b) la osservate
c) cercate di toccarla
4) Che cosa preferireste comprare?
a) una Jacuzzi
b) uno stereo
c) un televisore
5) Il sabato sera...
a) rimanete a casa
b) andate ad un concerto
c) andate al cinema
6) In che tipo dì esame ve la cavate meglio?
a) orale
b) scritto
c) orale e scritto assieme
7) Come vi orientate più facilmente?
a) usando una cartina
b) chiedendo informazioni
c) attraverso l'intuizione
8) Se andate in un posto solo per riposarci, preferite
a) pensare
b) passeggiare
c) riposare e basta
9) Che cosa vi lusinga di più?
a) che apprezzino il vostro aspetto
b) che vi tocchino
c) che apprezzino la vostra voce
10) Che ambiente vi attira di più?
a) un posto dal clima perfetto
b) un posto in cui si senta il rumore del mare
c) un posto con una vista splendida
11) In che modo imparate più facilmente?
a) ripetendo ad alta voce
b) scrivendo i vari punti
c) associando l’argomento a qualcosa di divertente
12) A che cosa preferite partecipare?
a) ad un incontro sociale
b) ad una mostra di pittura
c) ad una conferenza
13) Su che cosa basate la vostra opinione su di un’altra persona?
a) sulla sincerità del tono di voce
b) sul modo in cui vi stringe la mano
c) sul suo aspetto
14) Come vi considerate?
a) sportivi
b) intellettuali
c) sociali
15) Che tipo di film preferite?
a) i grandi classici
b) un film d’azione
c) un film d’amore
16) In che modo preferite rimanere in contatto con una persona?
a) per lettera o posta elettronica
b) prendendo insieme un caffè
c) per telefono
17) Con che affermazione vi identificate di più?
a) mi piace un’automobile di cui mi trovo bene alla guida
b) sento tutti i minimi rumori che fa la mia auto
c) la mia auto deve essere sempre pulitissima dentro e fuori
18) Come preferite passare il tempo col vostro partner?
a) conversando
b) accarezzandovi
c) guardando qualcosa insieme
19) Se non trovate le chiavi nella borsa, che cosa fate?
a) le cercate guardando dentro alla borsa
b) scuotete la borsa per sentire il suono
c) le cercate al tatto
20) Se dovete ricordare una cosa, lo fate …..
a) associandola a un’immagine
b) associandola a un’emozione
c) associandola a un suono
21) Se aveste il denaro necessario...
a) comprereste una casa che vi piace
b) viaggereste per vedere il mondo
c) acquistereste una casa discografica
22) Con che affermazione vi identificate di più?
a) riconosco le persone dalla voce
b) non riesco a ricordare i volti delle persone
c) riesco a ricordare la faccia, ma non il nome
23) Che cosa portereste con voi in un'isola deserta?
a) buoni libri
b) una radio a pile
c) cibo in scatola e dolciumi
24) Che cosa vi piace di più?
a) suonare uno strumento
b) scattare foto
c) attività manuali
25) Come vi vestite?
a) in modo impeccabile
b) in modo informale
c) in modo molto informale
26) Accendete un fuoco di notte. Vi piace soprattutto
a) il calore della fiamma e il cibo arrostito
b) il rumore della legna che arde
c) contemplare le fiamme e le stelle
27) In che modo capite meglio una cosa?
a) se ve la spiegano verbalmente
b) se vengono utilizzati dei mezzi visivi
c) se si impara attraverso un'attività pratica
28) Siete soprattutto...
a) molto intuitivi
b) buoni conversatori
c) buoni osservatori
29) Che cosa vi piace di più al mattino?
a) l'emozione di vivere un altro giorno
b) i colori del cielo
c) il canto degli uccelli
30) Se poteste scegliere, vorreste essere
a) un famoso medico
b) un famoso musicista
c) un famoso pittore
31) Scegliendo un vestito, la cosa più importante è
a) che si adatti a quello che farete
b) il colore
c) che sia comodo
32) Che cosa vi piace di più in una casa?
a) il silenzio
b) le comodità
c) l'ordine e la pulizia
33) Che cos'è più sexy?
a) la luce bassa
b) un profumo
c) una certa musica
34) Dove preferireste andare?
a) ad un concerto di musica classica
b) ad uno spettacolo dì magia
c) ad una fiera gastronomica
35) Che cosa vi attira di più in una persona?
a) il modo di fare
b) l'aspetto fisico
c) la conversazione
36) Facendo shopping, passate più tempo in
a) un supermercato
b) una profumeria
c) un negozio di dischi o una libreria
37) Come vorreste una serata romantica?
a) alla luce di una candela
b) conversando e ascoltando musica romantica
c) andando a cena nel vostro ristorante preferito
38) Viaggiare vi piace soprattutto per...
a) sperimentare tipi diversi di cucina
b) vedere posti nuovi
c) conoscere altri usi e modi di vita
39) In città, che cosa vi manca di più della campagna?
a) l'aria pulita e rinvigorente
b) il paesaggio
c) la tranquillità
40) Se vi venisse offerto, che lavoro accettereste?
a) direttore di un programma radiofonico
b) direttore di un club sportivo
c) direttore di una rivista
Ora, una volta terminato il lavoro di classificazione delle risposte e riportato il loro numero, sull'ultima riga del TOTALE ognuno di noi può facilmente inquadrare il proprio profilo comunicativo, ovvero quale canale sensoriale prevale sugli altri due, e sulla base del risultato procedere ad altre autodiagnosi quale l'ENNEAGRAMMA.
Ovviamente questo test può essere somministrato a chi desidera comprendersi meglio e a valorizzare così questa consapevolezza per migliorare la propria efficacia comunicativa.
La persona evoluta nella conoscenza della PNL, dopo aver utilmente imparato quanto esposto nel seminario sulla PNL (in questa cartella) può facilmente classificare le persone secondo i loro canali sensoriali dominanti e così comunicare in modo assolutamente efficace utilizzando i predicati verbali coerenti.
L'ECONOMIA PASSA DALLA CONOSCENZA: dal reddito di cittadinanza al reddito da lavoro.
Come tutti i titoli giornalistici anche questo ha l'obiettivo di suscitare un certo interesse sull'attualità della politica economica del governo giallo-verde. Lunedì 11 febbraio nella Sala consigliare del Comune di Chioggia c'è un avvenimento che certamente susciterà l'interesse dei molti che in questi giorni manifestano perplessità e dubbi sulla compatibilità economica del reddito di cittadinanza.
Saranno presentati i risultati di inchieste giornalistiche che stanno suscitando molto interesse tra gli addetti ai lavori e che finalmente aprono uno squarcio di comprensione sul "globalismo economico" che sta diventando un tormentone a livello mediatico.
Come si può leggere nell'invito la presenza di uno degli autori, la giovane e brillante scrittrice e giornalista Tiziana Alterio, provocherà certamente uno scossone nel già terremotato scenario dell'economia internazionale e alle sue documentate analisi farà da contrappunto un rappresentante del network di ricercatori di World-Lab con la presentazione sintetica dei due volumi finora pubblicati: "La dignità delle Nazioni" e "Manifesto del Civismo", il prof. Gianfranco Trabuio, statistico e pubblicista.
L'incontro che si terrà nella Sala consiliare del Comune di Chioggia a partire dalle ore 17 vedrà la partecipazione della consigliera regionale dei 5 STELLE, Erika Baldin e di consiglieri comunali che numerosi hanno dato la loro adesione.
PNL È LIBERTÀ?
LA PROGRAMMAZIONE NEUROLINGUISTICA NELLA COMUNICAZIONE MEDICO-PAZIENTE
È proprio di questi giorni la polemica sul modo di scrivere le ricette da parte dei medici. C’è stato un caso di cronaca dove il farmacista ha fornito un farmaco sbagliato a un paziente per aver interpretato in modo scorretto la scrittura del medico, e questo fatto ha provocato qualche guaio di salute alla persona che lo ha assunto.
Ora, di fronte a un evento riportato dai giornali quanti altri ce ne sono di sconosciuti? Sembra che verrà presa la decisione di far compilare in stampatello le ricette ai medici che scrivono, a volte obiettivamente in modo difficilmente interpretabile, le loro prescrizioni sulle ricette.
Partendo anche da questo fatto e considerando la richiesta da parte dei pazienti di avere una più precisa comunicazione da parte dei medici, la Associazione Medici Cattolici Italiani della provincia di Belluno, Sezione Monsignor Vincenzo Savio, ha in animo di organizzare tre seminari su questo argomento di grande attualità: come comunicare in modo efficace con i pazienti. I seminari si terranno presso la sede dell’Ordine dei Medici in Viale Europa 34, nei giorni di sabato 19 gennaio, 9 febbraio, 16 febbraio, dalle 9 alle 12. Ingresso libero e per info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
La locandina pubblicata esplicita in modo chiaro su quali temi saranno sviluppati i tre seminari, aperti non solo ai medici ma a tutte le professioni che hanno il compito di prendersi cura delle persone: infermieri, psicologi, terapeuti delle varie discipline e tecnici delle diverse specialità.
Il relatore invitato a illustrare l’uso della Programmazione Neurolinguistica per una comunicazione efficace è il dottor Gianfranco Trabuio esperto della disciplina e che ha tenuto seminari analoghi presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Padova alla laurea specialistica in Comunicazione e Marketing, e in aziende e Associazioni culturali del Veneto.
Come tutti gli anni a dicembre arriva l'appuntamento con i prestigiosi premi nazionali di poesia promossi dalla ASSOCIAZIONE AMICI DELL'UMBRIA e patrocinati dalla Regione Umbria e dalla Provincia di Perugia.
Qust'anno ho desiderato partecipare ad almeno due di questi incontri che già in passato mi hanno dato belle soddisfazioni letterarie, il primo è il PREMIO TRASIMENO del Comune Castiglione del Lago, i riconoscimenti del quale saranno consegnati il 28 dicembre presso il Palazzo della Corgna; il secondo è il PREMIO SESTO PROPERZIO DEL COMUNE DI SPELLO, che in passato mi è stato assegnato come Primo Premio, i riconoscimenti di quest'altro prestigioso concorso saranno consegnati il 30 dicembre presso la Sala Prampolini della Pro Spello.
In ambedue le cerimonie ci sarà un recital delle poesie premiate con attori professionisti.
E adesso ai miei amici lettori propongo la lettura delle due poesie premiate.
SUL TORRENTE RITE A CIBIANA DI CADORE
11 AGOSTO 2018
L’immagine di quella roccia salda e imponente
investita dalla violenza impetuosa del torrente
manda un’effervescenza di spruzzi e rigurgiti d’acqua
ma quella roccia mai si sposterà
solo quando una tempesta d’acqua
smuoverà una roccia più grande
forse riuscirà a spostarla.
Mi vedo in quel masso tenace
che la violenza degli eventi della mia vita
non ha spostato
sono ancora fermo
come una prova di resistenza con la vita
ho bisogno di una tempesta
per far fluire quella roccia
che ancora resiste.
E ancora, l'altra poesia scritta ad Assisi:
SANTA MARIA DEGLI ANGELI
Era d’inverno all’ombra del Subasio
Francesco ci aveva chiamati
e fratello amore si era manifestato
negli sguardi curiosi e profondi
donna di cuore
vibrazioni di sogno
ci ricordano le tenerezze
che rimandano a una vita fa
lontani su quelle colline
raccolti sotto gli ulivi
e l’olio della vita
ha colmato la nostra ansia d’amore.
Assisi, 13 gennaio 2018
Il fascino della cultura degli schiavi africani deportati nelle Americhe ha da sempre provocato un profondo interesse nelle nostre culture tradizionali.
Basti pensare alle radici sulle quali si è innestata la sofferenza dei neri in quei territori tutti di matrice culturale cristiana, sia di origine cattolica come nel Sud America o di origine variamente protestante in prevalenza nel Nord America.
Oggi l'Europa si trova a vivere da tempo un periodo di transizione verso una cultura che tende a cancellare le proprie radici cristiane e anche giudaiche, se vogliamo. E' in atto da qualche decennio, da parte dei poteri che decidono le sorti del mondo, un grande lavoro di destrutturazione della tradizione occidentale così come l'abbiamo conosciuta fino alla rivoluzione del "famigerato" '68. Il nuovo che avanza, dal punto di vista culturale, possiamo benissimo definirlo un tempo nel quale le coordinate culturali sono molto identificabili nell'individualismo e nel relativismo.
Da qualche tempo, però, è in atto una rivoluzione silenziosa da parte delle popolazioni africane provenienti dalle nazioni ex coloniali dove il Cristianesimo si era radicato fino alla loro indipendenza. Le radici cristiane di quei territori hanno germinato numerose gemme maturate all'interno dei seminari di formazione religiosa e oggi molti sacerdoti africani sono presenti sempre più numerosi anche in diverse diocesi italiane, non solo in Vaticano tra le gerarchie ecclesiatiche.
Così anche nella Parrocchia dell'Annunciazione di Olmo-Martellago da tre anni è stato presente un sacerdote proveniente dalla Tanzania: don Straton Dithenya, oggi dottore in Diritto Canonico. Laurea conseguita all'Università Marcianum fondata al tempo del patriarcato del Cardinale Angelo Scola e retta da docenti dell'Università della Santa Croce di Roma.
Don Straton è stato un sacerdote molto apprezzato dai parrocchiani per la sua umiltà e per la sua discrezione. Per tutti e tre gli anni di presenza in parrocchia ha partecipato con assiduità e grande disponibilità agli incontri di preghiera del lunedì sera organizzati dal Gruppo di devozione alla Divina Misericordia, portando la sua testimonianza e la sua benedizione.
Ora, in prossimità del suo ritorno in Tanzania la comunità ha organizzato una serata del tutto speciale. Sabato 17 novembre alle ore 20.45 in Oratorio ci sarà una manifestazione musicale realizzata dal SOUL LIBERATION CULTURAL GOSPEL - PEACE & FREEDOM. Un gruppo di cantanti tutti provenienti dall'Africa che si esibirà in un concerto sui temi della sofferenza durante la schiavitù americana e della nostalgia per il ritorno alla terra natale proiettata, questa nostalgia, in chiave biblica verso la Gerusalemme celeste.
COMMISSARIATO DI TERRA SANTA DEL NORD ITALIA – CONVENTO SANT’ANTONIO DI MARGHERA
29° CONVEGNO DEGLI AMICI DI TERRA SANTA
16 SETTEMBRE 2018
“FRANCESCANI IN TERRA SANTA, UNA STORIA LUNGA 800 ANNI”
LA MISSIONE FRANCESCANA D’OLTREMARE FINO ALLA BOLLA “GRATIAS AGIMUS” (Ringraziamo)
(A cura del prof. Gianfranco Trabuio, pubblicista)
Logo della Custodia Francescana di Terra Santa
Inizio questa mia relazione con un invito rivolto a tutti di creare nel proprio cervello un’immagine storica delle vicende che stiamo narrando e per farlo è necessario fornire una mappa storica degli eventi che nel breve lasso di tempo assegnatomi provo a descrivere.
Intanto ringrazio fra Francesco Ielpo, Commissario della Custodia Francescana di Terra Santa per il Nord-Italia, per la fiducia accordatami nel darmi un incarico così importante per questo nostro 29° Congresso. Incarico, peraltro, molto impegnativo perché illustrare storicamente il periodo che vede la presenza francescana nei Luoghi Santi dai primi anni del 1200 fino alla Bolla Gratias Agimus di Papa Clemente VI nel 1342 non è né semplice né facile.
Troppi sono gli eventi importanti che si sono succeduti in questo secolo e mezzo, e il tempo non è sufficiente per una relazione abbastanza esaustiva per disegnare il quadro delle vicende che dovrebbero essere narrate.
Ho scelto quindi di parlarvi di un quadro iniziale, quando i primi frati arrivano in Palestina, e della scenografia finale quando la Chiesa cattolica romana istituisce formalmente la Custodia di Terra Santa incaricandone i Frati Francescani per la realizzazione concreta.
La presenza dei Francescani in Terra Santa risale agli inizi del XIII secolo.
A quel tempo il piccolo gruppo dei seguaci di S. Francesco divenne ben presto un grande Ordine Religioso (l 'Ordine dei Frati Minori), animato da fervore e da irrefrenabile dinamismo apostolico.
Lo stato e le linee del suo sviluppo vennero fissati dai Capitoli Generali, equivalenti ai "congressi" degli odierni partiti politici.
Al Capitolo Generale del 14 maggio1217, giorno della Pentecoste, tenutosi ad Assisi, i Francescani decisero di portare la testimonianza della loro vita e l'annuncio del Vangelo in ogni angolo della terra. Per rendere più capillare e più incisiva la loro azione apostolica, divisero il mondo, allora conosciuto, in zone territoriali, chiamate "Province".
Una delle Province, costituite nel suddetto Capitolo, ebbe il nome di Provincia di Terra Santa o, con termine più generico, di Provincia d'Oriente o d’Oltremare, che si estendeva a tutte le regioni, che gravitavano attorno al bacino sud-orientale del Mediterraneo, dall'Egitto fino alla Grecia e oltre.
La Provincia di Terra Santa comprendeva naturalmente la terra natale di Cristo e i luoghi, in cui si era realizzato il mistero della nostra Redenzione. Per tale motivo essa fu considerata la prima fra tutte le Province e, dopo l'apertura delle altre missioni dell'Ordine in tutto il mondo, fu insignita del titolo di PERLA DELLE MISSIONI FRANCESCANE fino ai nostri giorni.
Al Capitolo Generale del 1217, Francesco inviò frate Elia a iniziare, e quindi, a organizzare la presenza dei frati nelle terre d’oltremare, cioè in Terra Santa.
S. FRANCESCO IN TERRA SANTA
Francesco, intenzionato ad allargare la sua predicazione nelle terre dell’Islam, partì alla volta della Terra Santa per raggiungere i luoghi dove i Crociati combattevano gli infedeli. Si imbarcò il 24 giugno 1219 da Ancona con undici compagni e raggiunse la città di Damietta, in Egitto, in agosto, mentre da parte dei Crociati era in corso l’assedio alla città (che fu poi conquistata nel novembre). Era questa la quinta Crociata dal 1095, da quando cioè Urbano II per la prima volta aveva esortato alla liberazione di Gerusalemme e dei Luoghi Santi dal dominio dei seguaci di Muhammad. Indetta da Onorio III nel 1217, aveva come fine la riconquista di Gerusalemme, che il Saladino aveva rioccupato nel 1187. Il campo di battaglia si era spostato in Egitto: qui i Crociati progettavano di occupare l’importante porto di Damietta, da usare poi come merce di scambio con i regnanti della dinastia ayyubide, che dominava i territori della Palestina.
Francesco, giunto a Damietta, ottenne dal legato papale, il cardinale Pelagio Galvao, benedettino portoghese, il permesso (accordato con la specifica ufficiale che il frate agiva a suo rischio e pericolo) di avventurarsi disarmato in territorio musulmano. Il legato, infatti, malgrado la presenza dei capi cristiani (il re titolare di Gerusalemme Giovanni di Brienne, il re di Ungheria Andrea II e il duca d’Austria Leopoldo VI di Babenberg), come inviato del Papa, aveva il maggior peso decisionale.
Il fumetto storico pubblicato da Francesco Lucianetti e da Gianfranco Trabuio che ha conseguito il primo premio al Concorso Nazionale del fumetto "L'Unicorno"a Rovigo nel 2015
COL SULTANO
Francesco, predicando il Vangelo e i valori della fede cristiana, sperava di convertire il sultano egiziano ayyubide Malek al-Kamel (succeduto al padre, fratello del sultano Saladino il Grande, nel 1218) e i suoi soldati, per arrivare, quanto meno, ad una resa, così da evitare ulteriori spargimenti di sangue. Tra l’agosto del 1219 e la vittoria crociata del novembre stesso, Francesco e frate Illuminato furono nel campo saraceno. Alla presenza del proprio direttore spirituale e consigliere, Fakhr ad-din Fârisî, il sultano Malek al-Kamel incontrò con grande cortesia Francesco: «Per molti giorni predicò ai saraceni la parola di Dio, ma senza molto frutto», racconta il vescovo Giacomo di Vitry di S. Giovanni d’Acri in una lettera della primavera del 1220 a Onorio III.
Non sapremo mai di cosa parlarono e molte leggende sono fiorite intorno a quest’evento storico. Pur riconoscendo la straordinaria capacità di conversione del frate, il sultano rimase musulmano e, temendo piuttosto il cambiamento di fede da parte di qualcuno dei suoi, ordinò che il “poverello di Assisi” fosse ricondotto nel campo crociato e fornito di un salvacondotto per poter visitare la Palestina. Francesco si trattenne poco a Damietta, poi, attraversò la Palestina e la Siria, e ritornò in Italia.
La visita ai Luoghi Santi (non ancora dimostrata con certezza) avvenne tra il 1219 e il 1220. Racconta ancora il vescovo di S. Giovanni d’Acri: «Vedemmo giungere frate Francesco, fondatore dell’Ordine dei Frati Minori. Era un uomo semplice e senza lettere, ma amabilissimo e caro a Dio e agli uomini. Arrivò quando l’esercito dei Crociati era accampato sotto Damietta; fu subito rispettato da tutti». Il comportamento di Francesco indicò la strada per quello dei futuri missionari francescani: un’evangelizzazione in umiltà, l’amore e la venerazione dei Luoghi Santi come testimonianze dei momenti salienti della vita del Salvatore.
Avuto il salvacondotto dal sultano d'Egitto, Francesco si diresse verso la Palestina in visita ai santuari della Terra Santa. Se ne tornò poi in Italia, passando per la laguna di Venezia dove ancora oggi c’è il santuario di San Francesco del Deserto nell’isola omonima, e morì nel 1226 ad Assisi.
LA BOLLA DI GREGORIO IX: “SI ORDINIS FRATRUM MINORUM”
Premesso, allora, che i figli di San Francesco canonizzato il 16 luglio 1228 da Papa Gregorio IX, erano missionari nella Provincia d’Oltremare, era necessario dare alcune direttive di natura pastorale affinché fossero osservate all’interno delle gerarchie della Chiesa cattolica, ed ecco che Papa Gregorio IX, suo grande estimatore e protettore, pubblica un documento che costituisce per i Frati Minori la base legale e giuridica del loro insediamento a Gerusalemme e in Terra Santa. Ecco nella versione tradotta dal latino il contenuto di questo prezioso documento:
«Gregorio vescovo, servitore dei servitori di Dio, ai venerabili fratelli patriarchi di Antiochia e di Gerusalemme, legati della Sede Apostolica, a tutti gli arcivescovi e vescovi, ai Nostri amati figli abati, priori, superiori, diaconi, arcidiaconi e agli altri prelati della chiesa a cui le Nostre lettere giungeranno, salute e benedizione apostolica.
«Se voi considererete attentamente la regola dell'Ordine dei Frati Minori, potrete conoscere perfettamente che essi non desiderano i beni temporali, dato che, fin dall'inizio, hanno fondato la loro vita sulla povertà e di questa hanno fatto professione in special modo. Così come vi sembrerà più opportuno, accorderete loro il vostro aiuto tanto più facilmente in quanto non si presuppone in essi la ricerca e il conseguimento di un vantaggio temporale.
« Per questo, vi avvertiamo tutti e vi esortiamo vivamente ad attenervi a questo comando per lo stretto precetto delle lettere apostoliche: se qualche fedele o essi stessi volessero costruire degli oratori nelle vostre parrocchie, siccome cercano la salvezza delle anime e si consumano per esse, favorite benevolmente il loro progetto e permettete volontieri ai fratelli per questo istruiti e che hanno l'autorizzazione del loro padre provinciale di predicare nelle vostre parrocchie la parola di Dio.
« Non vogliamo, tuttavia, che essi ricevano le decime,le primizie, le offerte, né, che diano sepoltura ecclesiastica se non si tratta di Fratelli appartenenti all'Ordine. Inoltre, quando ne sarete richiesti, vogliate benedire i cimiteri concessi per il loro bisogno dalla Sede Apostolica, senza forzare gli stessi fratelli a incorrere in qualche sentenza di interdizione o di scomunica promulgata senza un mandato speciale della Sede Apostolica. Speriamo che possiate adempire il Nostro comando e il nostro precetto in maniera da mostrarvi degli zelatori della religione, in modo che possiate meritarvi il Nostro favore e la nostra benevolenza e in modo che non siamo costretti a provvedere personalmente a questi bisogni.
« Data a Perugia, alle calende di febbraio, nel terzo anno del Nostro Pontificato (1° febbraio 1230) »,
Questo atto pontificale che presuppone l'insediamento dei Francescani in Terra Santa vuole loro assicurare il favore del clero locale. È il modesto inizio di una serie di atti che condurranno alla costituzione definitiva dei custodi ufficiali dei Luoghi Santi, il 21 novembre 1342. Tra questo primo documento e l'ultimo, i fatti di cui la storia ha conservato il ricordo non permettono di tracciare un cammino ascendente che, sia attraverso gli insuccessi, che i successi, conduce dall'uno all'altro. Resta però certo che le istituzioni francescane della Palestina ricevono da questo primo documento un nuovo impulso.
LA PROVINCIA DI TERRA SANTA
La Provincia di Terra Santa continuò, anche dopo la morte di S. Francesco, ad essere trattata con speciale riguardo dalle autorità dell'Ordine.
Il Capitolo Generale di Pisa, tenutosi nel 1263 sotto il generalato di S. Bonaventura, considerato che la grande estensione della Provincia di Terra Santa ostacolava l'organizzazione di un lavoro apostolico adeguato alle particolari circostanze del luogo, decise di restringerne la competenza territoriale a Cipro, Siria, Libano e Palestina.
In conformità alle Costituzioni dell'Ordine di allora, anche la Provincia di Terra Santa era suddivisa in più distretti o circoscrizioni, chiamate "Custodie", comprendenti i conventi di una determinata regione.
Vi erano così le Custodie di Cipro, di Siria, e quella di Palestina, detta più propriamente "Custodia di Terra Santa", formata, durante il secolo XIII, dai conventi di Acri, Antiochia, Sidone, Tripoli, Tiro, Giaffa e Gerusalemme.
Alcuni di questi conventi ebbero una vita piuttosto breve come, ad esempio, quelli di Gerusalemme e Giaffa, che durarono sì e no una decina d'anni.
La caduta di S. Giovanni d'Acri in mano musulmana il 18 maggio 1291 segnò non solo la fine dell'epopea crociata e del Regno Latino di Gerusalemme, ma determinò anche il temporaneo ritiro dei Francescani dalla Terra Santa.
Essi, dopo l'instaurazione del nuovo dominio musulmano in Palestina, si rifugiarono a Cipro, dove aveva sede il Ministro Provinciale della "Provincia di Terra Santa" o "d'Oriente", da cui dipendeva la Custodia di Terra Santa. Di lì programmarono e avviarono gradualmente il loro ritorno a Gerusalemme e nelle altre zone della Palestina.
Il Papa Giovanni XXII, nel 1328, diede facoltà al Ministro Provinciale di Terra Santa di inviare ogni anno due suoi frati nei Luoghi Santi. Il che sta a dire che i Francescani, nonostante i cristiani fossero banditi ufficialmente dalla Palestina, continuarono ad esservi presenti e ad esercitarvi una qualche forma di apostolato.
Da vari indizi storici si sa che alcuni Francescani erano presenti al servizio del Santo Sepolcro nel periodo fra il 1322 e il 1327.
Il definitivo ritorno e insediamento dei Francescani in Terra Santa, unitamente al possesso legale di determinati santuari e al diritto di uso di altri, avvenne per l'interessamento e la munificenza di Roberto d'Angiò e della consorte Sancia di Maiorca, reali di Napoli, i quali, dopo laboriose trattative con il sultano d'Egitto, condotte con la mediazione di Fra Roger Guerin d’Aquitania nel 1333 acquistarono con denaro sonante il Cenacolo e ne trapassarono la proprietà ai Francescani che, sempre con i fondi della regina Sancia, eressero accanto ad esso un convento.
I Reali di Napoli ottennero pure che i Francescani fossero officianti abituali nella basilica del Santo Sepolcro e stabilirono che godessero di tali diritti "in nome e per conto della cristianità".
Da fonti storiche si sa che la somma pagata al Sultano dai reali di Napoli equivarrebbe a 3 milioni di franchi d’oro del tempo, e per avere un’idea di quanto è stato dato ho fatto due conti: tenuto conto che un franco d’oro pesava 3,87 grammi, al costo attuale dell’oro di 34 Euri al grammo, la spesa sarebbe stata pari a 394 milioni di Euri, ovvero nelle vecchie lire, per essere più efficaci, 764 miliardi e 261 milioni. Anche a quel tempo gli islamici erano molto sensibili al denaro.
Ingresso della Baslica del Santo Sepolcro a Gerusalemme
LE BOLLE DI PAPA CLEMENTE VI
Papa Clemente VI, con le Bolle "Gratias agimus" e "Nuper carissimae" del 21 novembre 1342, sancì l'operato dei Reali di Napoli ed emanò disposizioni per il buon funzionamento della nuova entità ecclesiatico-religiosa.
Queste due Bolle sono, in pratica, l'atto costitutivo della nuova Custodia di Terra Santa.
Potevano far parte di questa entità frati provenienti da tutte le Province dell'Ordine (internazionalità della Custodia), i quali, una volta a servizio della Terra Santa, passavano sotto la giurisdizione del "Padre Guardiano del convento del Monte Sion" in Gerusalemme, dipendente a sua volta dal Ministro Provinciale di Terra Santa, con sede a Cipro.
Da allora i Frati Minori divennero i custodi dei Luoghi Santi per volontà e mandato della Santa Sede.
SVILUPPI SUCCESSIVI
Nel 1347 i Francescani si insediarono definitivamente anche a Betlemme presso la basilica della Natività di Nostro Signore.
Secondo i primi Statuti di Terra Santa, risalenti al 1377, i frati addetti al servizio dei Luoghi Santi (S. Cenacolo, S. Sepolcro e Betlemme) non dovevano essere più di venti. Era loro compito assicurare il funzionamento liturgico dei citati santuari e prestare assistenza religiosa ai pellegrini.
Da notare che in un documento del 1390 si specifica che la Provincia di Terra Santa, avente sede a Cipro, tra le Custodie, da essa dipendenti, ne contava una col nome di "Custodia di Siria", comprendente quattro conventi: Monte Sion, S. Sepolcro, Betlemme e Beirut.
Dal numero e dal nome dei conventi appare chiaro che la Custodia di Siria era l'equivalente della Custodia di Terra Santa. Se essa veniva menzionata con il nome di "Siria", era per non ingenerare confusione fra questo organismo e la Provincia di Terra Santa, avente sede a Cipro.
Negli ultimi anni del secolo XIV la Custodia dei frati, operanti in Palestina, raggiunse un'im¬portanza preponderante nell'ambito della Provincia, da cui dipendeva, fino ad assumere un ruolo praticamente autonomo. E' così che venne attribuita ad essa, anziché alla Provincia, da cui ancora dipendeva, la denominazione di "Terra Santa". Da allora in poi essa porterà questo pre¬ciso titolo: "Custodia di Terra Santa", col compito specifico, come dicono le parole stesse, di "custodire" i Luoghi santi.
IL MARTIRIO DEI FRATI E DEI FEDELI CATTOLICI
Una delle tante rappresentazioni iconografiche del martirio dei frati francescani (le fonti elencano circa 2000 frati martiri, dall'inizio della loro presenza a oggi, per mano degli islamici).
In questo primo periodo ufficiale della sua storia, la Custodia ebbe il “sigillo del martirio” con il sacrificio di parecchi suoi frati. Il primo sangue francescano bagnò la terra di Gerusalemme nel 1244, durante l'irruzione dei Carismini, i quali passarono a fil di spada numerosi cristiani e trucidarono crudelmente i Frati Minori.
Altri, ricordati da Alessandro IV, subirono il martirio nel 1257. Nove anni dopo, a Safet nel 1266, oltre duemila combattenti cristiani morirono dopo l'occupazione della città da parte del Sultano Bibars. Assieme a loro morirono anche gli eroici frati che non vollero rinnegare la loro fede. Nel 1268 anche Giaffa e Antiochia ebbero le loro vittime francescane. Di nuovo in Siria, nel 1269, caddero sotto la spada saracena otto frati. Si narra di come, sul corpo di uno di essi, Fra Corrado de Hallis, galleggiante sulle onde del mare, brillarono per quasi tre giorni due lumi fulgenti. A Damasco e a Tripoli, nel 1277, nuovo sangue cristiano venne versato per mano delle armate del Sultano Kelaun.
Acri, ultimo baluardo del Regno Latino, nel 1291, fu assalita dal Sultano Melek el Ascaraf. Oltre trentamila cristiani e numerosi frati caddero, in quell’occasione, per mano dei saraceni.
Conclusione (da una riflessione di fra Pacifico Sella ofm, docente di Storia della Chiesa all’Antonianum di Roma)
La vicenda crociata sperimentata da Francesco e il suo incontro con il Sultano di Egitto, comportò per il Santo un'entrata in crisi di tutte quelle certezze comuni al mondo medievale intorno ai musulmani: la loro pietà e la loro fede nel Dio unico devono aver certamente fatto breccia nel suo cuore. Capì che si sarebbero fatti uccidere piuttosto di abiurare al loro credo. E allora bisognava battere una nuova strada nei loro confronti: se prima li si combatteva con l'intento di estirpare la loro presenza ereticale e porre soluzione ai danni che ne derivavano, ora bisognava nei loro confronti adottare un'altra forma di «lotta», quella della testimonianza cristiana fatta di silenzio e minorità. Questo criterio sarà fissato definitivamente da Francesco nel cap. XVI della Regola non bollata, che poi troverà la sua soluzione canonica nei cap. III e XII della Regola bollata.
Ciò determinò l'inizio di una nuova forma di evangelizzazione missionaria che trovò la sua immediata realizzazione da parte di quei frati che andavano tra gli infedeli, presso cioè i musulmani del nord Africa e quelli dei luoghi santi, e i pagani, in prevalenza mongoli, dell'estremo Oriente asiatico, come mostra l'esempio mirabile di Giovanni da Montecorvino.
Il contributo dato da Francesco con la sua partecipazione mite alla V crociata e la sua inerme testimonianza cristiana davanti al sultano sono alla base di un nuovo stile missionario. A noi il prenderne consapevolezza per aderirvi sempre più, ben sapendo che, come Francesco insegna, l'evangelizzazione inizia solo là dove ci sia un'autentica testimonianza di vita «crocifissa» (= sottomessa) per poter parlare di colui che per noi si sottomise all'obbrobrio della croce.
COR AMANDO
L’ignoto non è visibile
forse neanche udibile
le nostre parole nate dal cuore
inondano l’etere
e fluiscono verso antenne lontane
chissà come arrivano a destinazione
quali distorsioni
quanti campi avversi
l’angoscia ti prende
non sai come catturare
momenti di estasi
rari e sfuggenti
tra queste montagne
tutto è aspro e difficile.
Forcella Déona, 18 agosto 2018
SUL TORRENTE RITE A CIBIANA DI CADORE
11 AGOSTO 2018
L’immagine di quella roccia salda e imponente
investita dalla violenza impetuosa del torrente
manda un’effervescenza di spruzzi e rigurgiti d’acqua
ma quella roccia mai si sposterà
solo quando una tempesta d’acqua
smuoverà una roccia più grande
forse riuscirà a spostarla.
Mi vedo in quel masso tenace
che la violenza degli eventi della mia vita
non ha spostato
sono ancora fermo
come una prova di resistenza con la vita
ho bisogno di una tempesta
per far fluire quella roccia
che ancora resiste.
PREMESSA.
Ci sono occasioni nella vita che vale la pena di cogliere al volo. Certamente un evento di questo livello è talmente accattivante che lasciarlo perdere per motivi legati alla stagione non è molto opportuno. Quattro professionisti di una delle orchestre più importanti d'Italia non arrivano a Olmo per effetto del caso, è un segno inequivocabile che il disegno è un po' più ampio.
Noi della famiglia saremmo oltremodo gratificati dalla vostra partecipazione, Mara dal suo osservatorio guarderà con interesse e curiosità e commossa quanto faremo quella sera.
I musicisti insieme con noi abbiamo scelto questa straordinaria composizione di Franz Joseph Haydn proprio per fare un parallelo ideale tra l'exitus del Nostro Signore Gesù Cristo e quello di ciascuno di noi. Anche Mara ha vissuto con intensità emotiva nella luce del Signore questo passaggio e, per chi le è stato vicino, ha anche avuto parole di speranza.
Il libretto di sala conterrà quanto sarà ora descritto, per donare a tutti i partecipanti un momento di riflessione e di approfondimento su questa straordinaria interpretazione musicale del grande compositore austriaco, che per molti anni ha vissuto nella reggia dei principi Esterhazy in Ungheria dove ho avuto modo di passare con uno dei discendenti qualche anno fa. Era nota al tempo di Haydn come la copia della reggia di Versailles.
INTRODUZIONE AL CONCERTO
La devozione alle "Sette parole di Gesù Cristo sulla croce" risale al XII secolo. In essa vengono riunite quelle parole che secondo la tradizione dei quattro Vangeli sono state pronunciate da Gesù sulla croce allo scopo di trovarne motivi di meditazione e di preghiera. Attraverso i francescani essa attraversò tutto il Medioevo e furono collegate alla meditazione sulle "Sette ferite di Cristo" e reputate rimedio contro i "Sette vizi capitali".
Le ultime parole di una persona sono particolarmente affascinanti. Per noi essere vivi significa stare in comunicazione con gli altri. In questo senso, la morte non è solo la fine della vita, è silenzio per sempre. Pertanto ciò che diciamo davanti al silenzio imminente della morte è particolarmente rivelatore. Leggeremo con questa attenzione le ultime parole di Gesù, come quelle annunciate dal Verbo di Dio prima del silenzio della sua morte. Sono le sue ultime parole sul Padre suo, su di sé e su di noi, che proprio perché ultime hanno una singolare capacità di rivelare chi è il Padre, chi è lui e chi siamo noi. Queste ultime sette parole la tomba non le inghiottì. Esse vivono ancora. La nostra fede nella Risurrezione significa che la morte non riuscì a far tacere il Verbo di Dio, che egli ha infranto per sempre il silenzio della tomba, di qualunque tomba, e che per questo le sue sono parole di vita per chiunque le accoglie.
Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce o Le sette ultime parole di Cristo sulla croce.
La composizione fu commissionata da don José Sáenz de Santa María per le celebrazioni del Venerdì Santo nella chiesa della Santa Cueva di Cadice (Spagna), nel 1786, ove si teneva una particolare cerimonia in occasione dei riti cristiani della Passione. Nella chiesa completamente oscurata da pesanti panni scuri apposti alle finestre, il celebrante recitava in latino le sette parole(brevi frasi) che la tradizione cristiana ricorda come le ultime pronunciate da Gesù sulla croce. Dopo l'enunciazione di ogni parola il celebrante ne proponeva un commento al quale seguiva un intervento musicale in funzione meditativa.
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L'oratorio della Santa Cueva a Cadice.
QUARTETTO D’ARCHI – MUSICISTI
VIOLINO: Michele Lot. Si diploma al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia nel 1984 col massimo dei voti e la lode, sotto la guida di Renato Zanettovich.
Si perfeziona con i maestri Piero Farulli, Paolo Borciani e Dario De Rosa. Vince 12 concorsi di musica da camera, alcuni internazionali. Dal 1984 insegna violino presso il Conservatorio “Agostino Steffani” di Castelfranco Veneto, formando affermati allievi ora impegnati in importanti orchestre.
Ha suonato in tutti i teatri del mondo, ricordiamo solo la Tonhalle di Zurigo, la Carnegie Hall di New York, il Musikverein di Vienna, il Liceu di Barcellona e il Concertgebouw di Amsterdam.
VIOLINO: Fulvio Furlanut. Compie gli studi musicali presso il Conservatorio “C. Pollini” di Padova, diplomandosi col massimo dei voti e ottenendo una borsa di studio quale miglior diplomato dell’anno. Continua a perfezionarsi partecipando alle “masterclass” del Maestro Victor Liebermann al Conservatorio di Utrecht (Olanda).
Nel 1999 dopo audizione viene invitato quale Primo Violino dall’Orchestra Sinfonica Toscanini.
Nel 2001 vonce il Concorso presso l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, con la quale collaborerà fino al 2008. Nel luglio dello stesso anno vince il concorso come Assistant Concertmaster nell’Orchestra “Gran Teatro La Fenice” di Venezia.
Ha suonato in tutti i principali Teatri italiani e per i più famosi Festivals Internazionali collaborando con importanti artisti: Mstislav Rostropovich, Riccardo Muti, Riccardo Chailly, Georges Prêtre, Sir John Eliot Gardiner, Daniel Harding, Myung Whun Chung, Eliahu Inbal, Juraj Valchua, Christian Thielemann.
VIOLA: Ilario Gastaldello. Ha compiuto gli studi musicali diplomandosi in Viola presso il Conservatorio “B. Marcello” di Venezia e successivamente diplomandosi in Composizione presso il Conservatorio “J. Tomadini”.
Si è laureato in Lettere con tesi di argomento musicologico presso l’Università Cà Foscari di Venezia.
Affermatosi in occasione di rassegne e concorsi in ambito nazionale, ha ricoperto il ruolo di prima viola nell’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, dopo aver seguito corsi di perfezionamento tenuti da affermati musicisti (Asciolla, Bashmet).
Svolge attività concertistica in ambito cameristico e talvolta solistico, affrontando repertori storicamente diversi (dal periodo barocco al ‘900).
Attualmente è docente di Viola al Conservatorio “J. Tomadini” di Udine.
VIOLONCELLO: Nicola Boscaro. Diplomatosi nel 1984 al Conservatorio “B. Marcello” di Venezia col massimo dei voti sotto la guida di Adriano Vendramelli, è stato primo violoncello della RAI di Torino, della Filarmonica di Udine, dell’Orchestra da Camera di Padova, e della Filarmonia Veneta.
Dal 1985 è concertino dei violoncelli a La Fenice di Venezia. Nell’ambito della musica da Camera ha collaborato con Giovanni Guglielmo, Giuliano Carmignola, Mario Brunello, Roberto Baraldi, e con il “Triodellarco” ha all’attivo concerti in Giappone, Repubblica Ceca, in Slovacchia, in Austria, in Ungheria e in Italia.
Struttura dell'opera
La struttura della composizione, come stabilita nelle esecuzioni contemporanee, è la seguente:
• Introduzione (Maestoso e adagio) in Re minore
• Sonata I (Largo) in Si♭ maggiore, Pater, dimitte illis, quia nesciunt quid faciunt (Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno)
• Sonata II (Grave e cantabile) in Do minore, Hodie mecum eris in Paradiso (Oggi sarai con me in Paradiso)
• Sonata III (Grave) in Mi maggiore, Mulier, ecce filius tuus (Donna, ecco tuo figlio)
• Sonata IV (Largo) in Fa minore, Deus meus, Deus meus, utquid dereliquisti me? (Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?)
• Sonata V (Adagio) in La maggiore, Sitio (Ho sete)
• Sonata VI (Lento) in Sol minore, Consummatum est (Tutto è compiuto)
• Sonata VII (Largo) in Mi♭ maggiore, In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum (Padre, nelle tue mani rimetto il mio spirito)
• Terremoto (Presto e con tutta la forza) in Do minore.
DEVOZIONE DELLE ULTIME SETTE PAROLE DI GESÙ CRISTO SULLA CROCE
PRIMA PAROLA
"PADRE, PERDONA LORO, PERCHÉ NON SANNO QUELLO CHE FANNO" (Lc 23,34)
La prima parola che Gesù pronuncia è un'invocazione di perdono che egli rivolge al Padre per i suoi crocifissori. Il perdono di Dio significa che osiamo affrontare ciò che abbiamo fatto. Osiamo ricordare tutto della nostra vita, con i fallimenti e le sconfitte, con le nostre debolezze e la mancanza d'amore. Osiamo rammentare tutte le volte in cui siamo stati meschini e ingenerosi, la bassezza morale delle nostre azioni.
SECONDA PAROLA
"IN VERITÀ IO TI DICO: OGGI SARAI CON ME NEL PARADISO" (Lc 23,43)
La tradizione è stata saggia a chiamarne uno "buon ladrone". È una definizione appropriata, poiché lui sa come impossessarsi di ciò che non è suo: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno" (Lc 23,42). Mette a segno il più strabiliante colpo della storia: ottiene il Paradiso, la felicità senza misura, e lo ottiene senza pagare per entrarvi. Come possiamo fare noi tutti. Dobbiamo solo apprendere ad osare i doni di Dio.
TERZA PAROLA
"DONNA, ECCO TUO FIGLIO! ECCO TUA MADRE!" (Gv 19,2627)
Nel Venerdì Santo vi è stata la dissoluzione della comunità di Gesù. Giuda lo ha venduto, Pietro lo ha rinnegato. Sembra che tutte le fatiche di Gesù per edificare una comunità siano fallite. E nel momento più buio, vediamo questa comunità nascere ai piedi della croce. Gesù dà alla madre un figlio e al discepolo prediletto una madre. Non è una comunità qualunque, è la nostra comunità. Questa è la nascita della Chiesa.
QUARTA PAROLA
"DIO MIO, DIO MIO, PERCHÉ MI HAI ABBANDONATO?" (Mc 15,34)
Improvvisamente per la perdita di una persona cara la nostra vita ci appare distrutta e senza scopo. "Perché? Perché? Dov'è Dio ora?". E noi osiamo essere terrorizzati nel renderci conto che non abbiamo nulla da dire. Ma se le parole che affiorano sono di assoluta angoscia, allora ricordiamo che sulla croce Gesù le fece sue. E quando, nella desolazione, non sappiamo trovare nessuna parola, nemmeno per gridare, allora possiamo prendere le sue parole: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?".
QUINTA PAROLA
"HO SETE" (Gv 19,28)
Nel Vangelo di Giovanni, Gesù incontra la donna samaritana a un pozzo del patriarca Giacobbe e le dice: "Dammi da bere". Al principio e alla fine del racconto della sua vita pubblica, Gesù ci chiede con insistenza di soddisfare la sua sete. Ecco come Dio viene a noi, sotto le spoglie di una persona assetata che ci chiede di aiutarlo a dissetarsi al pozzo del nostro amore, qualunque sia la qualità e la quantità di tale amore.
SESTA PAROLA
"TUTTO È COMPIUTO" (Gv 19,30)
"È compiuto!". Il grido di Gesù non significa solo che tutto è finito e che ora lui morirà. È un grido di trionfo. Significa: "è completato!". Ciò che lui dice letteralmente è: "È reso perfetto" All'inizio dell'Ultima Cena l'evangelista Giovanni ci dice che "avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine", cioè all'estremo delle sue possibilità. Sulla croce vediamo tale estremo, la perfezione dell'amore.
SETTIMA PAROLA
"PADRE, NELLE TUE MANI CONSEGNO IL MIO SPIRITO" (Lc 23,46)
Gesù ha pronunciato le sue ultime sette parole che invocano il perdono e che conducono alla nuova creazione della "Domenica di Pasqua". E poi riposa in attesa che finisca questo lungo sabato della storia e giunga finalmente la domenica senza tramonto, quando l'umanità intera entrerà nel suo riposo. "Allora Dio nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro" (Gen 2,2).