Gianfranco Trabuio Statistico – Pubblicista
Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di
Gerusalemme. Vice Presidente dell’Associazione Amici di
Terra Santa del Commissariato Triveneto della Custodia
Francescana della Terra Santa Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
RIFLESSIONI SUL CARDINALE MARTINI
Devo agli amici e ai colleghi che mi hanno risposto, in merito all’articolo di Socci dell’altro giorno, delle precisazioni.
1. Professionalmente parlando sono uno statistico, abituato da decenni a misurare i fenomeni, a elaborare ipotesi di ricerca e a verificarle secondo schemi metodologici che hanno consentito lo sviluppo della scienza in tutte le discipline. Non ragiono con la pancia e in linea di principio nessuno mi sta antipatico. Osservo le realtà e tento di trarne delle regolarità in modo da definirne delle “leggi” o dei “principi”.
2. L’articolo di Socci mi è parso stimolante e rivoluzionario rispetto alla carnevalata messa in scena dagli organi di informazione, quasi tutti appiattiti nella celebrazione di uomo di Chiesa che si era opposto alla dottrina della Chiesa. Tutto qua. Giornalisticamente parlando una voce fuori del coro fa notizia, e io mi sono limitato a metterlo in evidenza.
3. Un senso di dubbio mi assale in modo del tutto naturale quando un sistema mediatico dichiaratamente anti-Dottrina della Chiesa Cattolica celebra un uomo di Chiesa come un nuovo profeta, veicolando questa etichetta perché hanno espunto dalle sue riflessioni che è un prelato aperto alla messa in discussione dei famosi valori non negoziabili enunciati da papa Benedetto XVI: divorzio, aborto, eutanasia, eugenetica, matrimoni omosessuali. Come di solito accade, la cultura dominante si è appropriata delle riflessioni del Cardinale e lo ha contrabbandato come “uno dei nostri”.
4. Non entro nel merito delle attività di studio e di pastorale dell’uomo di Chiesa che ha dedicato tutta la sua vita a far conoscere la Parola di Cristo. Ci mancherebbe. Non ho i titoli per farlo. Unicuique suum! Da cattolico e da giornalista mi piacerebbe conoscere, però, quante vocazioni religiose sono maturate sull’albero di quella impostazione dottrinale. Sarei curioso, anche, di conoscere perché nei giornaloni laicisti quando sono costretti a occuparsi dei Movimenti Ecclesiali, dai Focolarini alle nuove Congregazioni religiose, la strategia giornalistica è prevalentemente denigratoria in quanto questi Movimenti dichiarano apertamente la loro obbedienza al Papa e al Magistero cattolico, prendendosi così la patente di conservatori, retrogradi, velleitari.
5. Concludo auspicando che i seguaci del Cardinale riescano a precisarne il pensiero teologico-pastorale, in modo di rendere comprensibile ai cattolici, come lo scrivente, dove andrà a parare la Chiesa di Roma seguendo le sue indicazioni dottrinali. La Storia si incaricherà di verificarlo, purtroppo, quando molti di noi non saranno più qui su questa terra, e tutti ci auguriamo di essere a fianco del cardinal Martini nella luce del Padre.
Cordialità vivissime.
Gianfranco Trabuio
Olmo di Maerne, 4 settembre 2012