Caro Sindaco,
desidero fare alcune considerazioni sul proclama poco cattolico del sacerdote veneto di Spoleto contro i Veneti definiti razzisti e xenofobi nel manifesto appeso sul portone della sua chiesa domenica scorsa. Vede, Gesù come è spiegato nel Vangelo ha prima di tutto accolto i peccatori. Papa Francesco ha appena proclamato un Giubileo per ricordare che Dio è misericordia, prima di tutto. Il proclama nasce dalla reazione dei suoi cittadini all'improvvisazione del Ministero e del Prefetto.
Manifesto affisso sul portone della chiesa di Spoleto officiata da don Formenton
Don Formenton forse non ricorda cosa hanno fatto i Veneti 100 anni fa, allora unico esempio in Italia, realizzando i princìpi contenuti nella Rerum Novarum di Papa Leone XIII. I parroci veneti, con l'aiuto del beato Giuseppe Toniolo, con i laici cattolici veneti, a partire dalla Provincia di Treviso, hanno realizzato: le leghe bianche dei braccianti, le casse rurali, le cooperative bianche di mutuo soccorso, in alternativa all’ideologia marxista con le sue leghe rosse o le cooperative rosse che ancora oggi la fanno da padrone in molti settori economici, e, come è cronaca dimenticando l’antica radice, diventando strumenti di corruzione come qualunque altra azienda di produzione e di servizi . Oggi la Chiesa cattolica nelle sue espressioni pubblicistiche dimostra di non avere più autonomia culturale sulla sua dottrina sociale e si appoggia culturalmente all'ideologia marxista. I preti veneti sembra si vergognino della loro storia gloriosa. Il popolo veneto, tanto per citare un numero, è quello che fornisce il più alto numero di missionarie e missionari nel mondo, rispetto agli abitanti.
I Veneti hanno nel loro patrimonio ontogenetico l'accoglienza e la generosità. Se si sono arrabbiati, lo hanno fatto contro uno stato italiano inesistente e incapace di gestire qualunque fenomeno, non ce l'hanno certamente contro i profughi o gli immigrati. Tanto è vero che le famose ACLI (una volta cattoliche e ispirate alla dottrina sociale della Chiesa Cattolica e oggi in mano alla cultura marxista), pochi anni fa hanno condotto una bellissima rilevazione sociologica a livello nazionale, chiedendo agli immigrati come si trovassero nella terra italiana. La ricerca era fatta su base provinciale. Ebbene, gli immigrati hanno dichiarato che la provincia dove si trovavano meglio era quella di Treviso! Pensi un po', nella patria del leghismo ai tempi di Zaia e Gentilini!
Caro Sindaco, vorrei concludere dando un suggerimento a don Formenton e a quei preti e cattolici che strombazzano a vanvera contro i Veneti: "Imparassero da Papa Francesco", il quale l'anno scorso ha invitato i vescovi italiani e i ministri generali degli ordini religiosi ad accogliere gli immigrati nei loro seminari, visto che notoriamente sono vuoti al 95% della loro capacità ricettiva. Invito, peraltro, non ricevuto o rifiutato.
Ecco la fonte dove trovare le indicazioni del Papa sulla evangelizzazione nel secolo delle nuove povertà
Ecco, penso che se questo si realizzasse il popolo veneto darebbe una mano volentieri alla Chiesa Cattolica, visto che lo Stato italiano ha dato prova, Ministero e Prefetti in primis, di non avere capacità organizzative e idee per affrontare un'emergenza epocale come questa.
Se nelle canoniche venete di oggi ci fossero preti ispirati dalla dottrina sociale dei santi papi, a partire da Leone XIII, e i laici dei consigli pastorali fossero animati dalla cultura del “pregare” e del “fare” invece di quella del “discorrere” riguardo alle nuove povertà, alla cultura del niente e alla libertà senza contenuti, certo troverebbero fior di altri laici pronti a mettersi in gioco per porre rimedio alla strapotenza dei centri della finanza che reggono i destini dell’umanità. Questo non significa essere marxisti, semplicemente avere le radici là dove Cristo ha insegnato. Capire il Vangelo, per cortesia.
Cordiali saluti.
Gianfranco Trabuio, pubblicista.