CARA PRIMAVERA
Ze questa la stagion
che fiori e sol fa nasser l’amor
el sol scalda i cuori e la tera
quel bel albaro de mimosa
deventa ‘na nuvola zala
l’amor fiorisse pian pian
e tuto el se confonde drento la nuvola
no te vedi pì l’albaro
el verde sparisse
cussì l’amor ze fato
te zi imerso drento i colori e i profumi
e tuto intorno gnente esiste pì
zemo soli mi e ti.
SALUTE A VENEZIA
Pomeriggio novembrino
assolato e trasparente
come i tuoi occhi chiari
cara la mia Venezia
al tramonto verso la Salute
le case rosate e chiare
mi mandano indietro
secoli fa
quando la peste moriva la città
e una donna pregata da tutti
veniva
e in silenzio il morbo spariva.
Oggi tutti arrivano qui
ancora tutti pregano Maria
la donna dei dolori
si trasforma in donna di cuori
tutti si confidano
tutti sperano
accendono lumi
innalzano preghiere
e fuori è ormai notte
la luna rischiara
le calli furtive
i campielli deserti
e tu manchi
amata compagna
i ricchi conversari
non ci sono
mi scopro solo e malinconico
come la notte di luna.
FRESCO D’AUTUNNO
Ancora una volta ti ascolto
e questa notte lunga e fredda
mi porta lontano nei ricordi
sempre ti ho avuto nel cuore
nelle sofferte battaglie della vita
sei un amore sempre giovane
frizzante e gioioso come la primavera
ecco la bellezza di questo autunno
godersi la tenerezza dei dolci abbracci
i noccioli e i castagni gialli di foglie
ci fanno compagnia
ci ascoltano sussurrando nel vento
la loro saggezza ci abbaglia e ci consola
L’AUTUNNO NON È TRISTE
Questo mattino uggioso
con un sole sbiadito
illumina un liquidambar
autunno struggente
quanta nostalgia
l’arcobaleno dei colori
dall’arancio al rosso
al bruno al verde chiaro
mi abbaglia
mi guardo all’interno
anch’io nel mio autunno
inoltrato ormai verso l’inverno.
Mi piace specchiarmi
su quell’albero
ricco di memorie
e ti sogno
dentro a questi colori
ti guardo e ti illumino
donna
e spero
questa vecchia quercia
possa accoglierti ancora una volta
tra le fronde cadenti
all’alba del solstizio d’inverno.
ROMA E ............. BASTA
Il convento si innalza
sulla sommità dell'Esquilino
dall'alto della terrazza
Roma è silenziosa
stanotte solo il cielo stellato
attira lo sguardo
quanti puntini luminosi
volto lo sguardo e
una falce di luna
mi illumina
è crescente
e cammina sui colli
sogno su quella falce
seduto a rimirare
le nostre montagne
amate rocce
dove la dolomia
rifrange la nostra luce
la luna e io
illuminiamo quel sentiero
lassù verso il bivacco
dove tu in attesa ci accogli.
ATTESA E FINE
È sempre così
ogni attesa è snervante
sei tu solo con l’oracolo
tu piccolo e timido
ti sovrasta una sentenza
ma non c’è una giuria
uno solo giudica
uno solo manda
e tu cammini verso la meta
forse vicina
sempre improvvisa
mi basterebbe tu fossi presente
quel giorno
mi prendessi per mano
come un bambino
mi accompagnassi alla soglia
e con uno sguardo smarrito
mi dicessi
“A presto”.
NUOVI ORIZZONTI
MISTICA RIVIERA
È un ritorno lento
accidentato
questa notte che mi porta in Italia
e in silenzio mi preparo
un nuovo incontro nell’alba
eterea fanciulla
esci tra le ginestre e le palme
di questa riviera assonnata
è domenica
e subito cominciamo una danza
tra le dune e il mare
una cornamusa suona
melodie antiche e struggenti
è un rincorrersi di emozioni
di sguardi estasiati
di abbracci sfiorati
siamo due sufi erranti
e ci siamo trovati.
SOVRAMONTE
Lontano sulle colline
i fuochi della festa scemano
tutti hanno esaurito la carica
la fatica si fa sentire
solo noi ancora viviamo
ci siamo parlati con gli occhi del cuore
pochi cenni
e come un romanzo
si è srotolata davanti
una notte di tormenti
ma all’alba
un raggio di sole
entra nel cuore
ti avvolge di luce
ed è nuovo amore.
SAN GIORGIO
Hai gli occhi chiari
trasparenti come l’acqua
vivaci
come un ruscello di montagna
cinguettanti
come una capinera
hai ascoltato dei versi quel giorno
ritmati come una danza
ti sei incantata
e il tuo sguardo si è aperto
ingrandito
le lacrime calde
rigavano le guance
di gioia
di nostalgia.
SOGNO D’ESTATE
Sei arrivata dall’alpe
dai boschi di ontani
dai prati di calendula
e profumavi di rosa
amica lontana
come un’allodola trovi rifugio
tra le mie ampie ali
ti accolgo al canto di una sinfonia
tenero amore
e lento Morfeo ci prende
e ci involiamo
fino al risveglio.
FESTA SULLE COLLINE
Immagina una giornata di sole
su queste colline inondate di luce
e tu che scendi dall'alto
lungo un sentiero
i nostri antichi passi
camminandoti a fianco
guardarsi negli occhi
specchiarsi nel cuore
scoprirsi ancora in ricerca
poche parole
per avvolgerci nel tramonto
e ricordare l'amore.
PUNTA DELLA DOGANA
Eccomi amata Venezia
mia antica passione
sono qui in fondo
alla Punta della dogana
immagino questo transito
da un mondo all’altro
col solo pedaggio dell’amore
al pellegrino che arriva
viene chiesto dove va
e questo vecchio veliero a riva
ci aspetta
lui solo sa dove andare
bordeggiando sotto costa
verso porti d’Oriente
dove aromi piccanti
e profumi intensi
avvolgono i nostri pensieri
amore a distanza
mi manca il tuo approdo.
CIME
Una giornata lontana dai monti
si fa sentire
sono come smarrito
senza orizzonte
senza una guida
una cima amica
un antico pino
un vecchio capitello
che valligiani di un tempo
hanno rigato
con le loro preghiere
dolce compagna
di scalate mai finite
sempre quel sentiero
fino a te mi conduce.
EL SITO
Gera un toco che gavevo un’idea
me gero messo in testa ‘na roba bea
anca mi, go dito, vogio esser moderno
tacarme col computer far vedar al mondo
tuto quelo che fasso quasi mi fosse un perno
de ‘sta banda de mentecati che a tuto tondo
me par de poder dir ze proprio fora de vada.
No te riessi a capir come che i fassa
i struca sti botoni co ‘na furia da mati
i ze tuti colegai co sti gran cerveloni
e no te ti incorzi come i riessa tuto d’un boto
farte vedar el mondo come fosse un casoto.
Maria vergoa, a go dito, anca mi voria
anca mi a far vedar me piasaria
tute le bele robe che go fato
a le amighe e agli amissi
che sempre me domanda
‘na poesia, ‘na preghiera, ‘na storia
par el piasser del lezer
de comoverse o de pianzer
e finalmente so riussio co’ gran fadiga
a metter insieme i tochi e el maestro me ga dito
caro professor finalmente anca lu ga el sito.
(lujo, 2012)
BORESSI DA LOURDES
No ze fazile scriver versi
su un posto come questo
come fastu ispirarte in mezo
a ‘ste millere de persone
bona parte ruzine e piene de carioi.
Ma ‘na roba ze bela
nissun che se lagna
nissun che pianze
tuti soride e te varda
come ‘na roba strana.
Solo le cape ze randegose
e spissenghe,
poarete
e ze sente el peso
che tuto funziona
che nessun ze perda,
no le ga capio gnente
come al solito.
Come fastu inrabiarte
qua a Lourdes?
Ma no semo vegnui a trovar la Madona?
A pregar par le nostre magagne
e par quele del mondo?
E alora, se preghemo, se salvemo
e anca quei che se perde
parché i va de baucon
prima o dopo la Madona
a te i fa trovar in qualche canton.
ATTESA
Certamente dopo il temporale
viene il sereno
ma quanto durerà
lampi e tuoni spaventano
non siamo più abituati
la calma vita lontana dalla natura
ci ha tolto il gusto del rischio
non c’è più l’avventura
noi dentro a questa madre
ribelle e angosciata
abbiamo smarrito l’orizzonte
tutto è cupo
tutto annebbiato
è l’attesa cara amica
è l’attesa
un giorno anche per te
si colorerà di azzurro
il nostro orizzonte.