SUL TORRENTE RITE A CIBIANA DI CADORE
11 AGOSTO 2018
L’immagine di quella roccia salda e imponente
investita dalla violenza impetuosa del torrente
manda un’effervescenza di spruzzi e rigurgiti d’acqua
ma quella roccia mai si sposterà
solo quando una tempesta d’acqua
smuoverà una roccia più grande
forse riuscirà a spostarla.
Mi vedo in quel masso tenace
che la violenza degli eventi della mia vita
non ha spostato
sono ancora fermo
come una prova di resistenza con la vita
ho bisogno di una tempesta
per far fluire quella roccia
che ancora resiste.
A TE........ CHE SPERI
In questi giorni ho ricevuto dalla tipografia il mio quarto libro di liriche che in una parte importante sono state ispirate da mia moglie Mara, prima, durante e dopo la sua terribile malattia che l'ha portata anzitempo nella Luce del Creatore.
“A te che speri” è una raccolta di poesie che fa seguito alla mia ultima pubblicazione “Primavera di speranza” edita nel 2010 e sempre accompagnata con le illustrazioni dell’artista Francesco Lucianetti. Il tema della speranza è presente come sfondo scenografico ai versi raccolti in questo libro che scaturiscono dalle mie vicissitudini umane ed esistenziali e continuo a esprimere nei versi l’anelito ultimo al bisogno di comunicare, sia con me stesso, con le persone che mi circondano con affetto, con mia moglie e con Dio.
Ora, tutti noi facciamo esperienza della speranza nella nostra vita. Possiamo affermare con sicurezza che tutto il progredire dell’uomo su questa terra è stato e continua ad essere motivato da questa virtù. Così, pur vivendo la vicissitudine dolorosa che mi ha colpito intendo descrivere nei versi il motivo fondante del mio cammino e quello di tutte le persone sensibili e in pellegrinaggio verso la meta sostenute dalla speranza: di un incontro, di un affetto, di un amore, di una comprensione che vada al di là della quotidianità per dipanarsi verso un orizzonte lungimirante di accoglienza e di comunicazione profonda con l’altro.
Di grande efficacia semiologica sono le interpretazioni grafiche delle poesie disegnate da Francesco Lucianetti, che in questa raccolta si è espresso con una potenza narrativa e con stilemi originali per aiutare il lettore ad emozionarsi ancora di più nella lettura dei sentimenti divulgati.
Mara in dialogo con Genoveffa, la gazza ladra che aveva allevata dopo la caduta dal nido.
La copertina della raccolta magistralmente disegnata da Francesco Lucianetti rappresenta un momento felice della vita di Mara quando, durante la sua malattia, abbiamo trovato nel giardino di casa una piccola gazza ladra caduta da un nido degli alberi. Con Mara l'abbiamo raccolta e accudita con amore, le abbiamo preparato un nido bellissimo, addirittura col tetto per ripararla dalla pioggia, su di un ramo del cedro deodara, e dopo un periodo di svezzamento in una gabbia adeguata, abbiamo cominciato a nutrirla dentro al nido. Con la scala a pioli le portavamo la pappa nel suo ricovero e le davamo da mangiare il pastone preparato con un cucchiaino. Intanto le avevamo dato anche un nome: Genoveffa. Era gioiosa e ci chiamava col suo stridulo vociare quando aveva fame e quando voleva farci festa. Quando è cresciuta e ha cominciato a svolazzare non intendeva più che le portassimo la pappa nel nido e veniva giù su di un grosso ramo del cedro dove, allora, le lasciavamo la pappa e lei veniva giù a nutrirsi.
Era una gioia per Mara che intratteneva con Genoveffa un dialogo simpatico fatto di gorgheggi e di parole. Quando, più matura cominciò a volare sul serio, al pomeriggio quando Mara dava da bere ai fiori le volava intorno facendole festa e la accompagnava in questo impegno. Quando ritenne di essere matura se ne andò per il suo cielo, ma al mattino presto per un po' di tempo ritornava a farsi sentire con il suo verso caratteristico per la gioia di Mara che la ricordava con emozione e commozione.
La presentazione sarà curata da mio figlio Giovanni che ha scritto la prefazione della raccolta, mentre mia figlia Antonella, che ha scritto la postfazione, durante la presentazione si occuperà dell'accompagnamento musicale alla voce recitante del bravo attore Adriano Spolaor.
Il ricavato della vendita di questa pubblicazione andrà all’Opera Pia di Terra Santa presso fra Adriano Contran ofm Vice Commissario di Terra Santa per il Nord Italia, Convento S. Antonio di Marghera.
Così anche tu potrai contribuire a sostenere le “pietre vive” nei Luoghi Santi.
Da otto secoli i frati francescani continuano la loro missione, iniziata da San Francesco di Assisi nel 1217, contando sull’aiuto dei cristiani di ogni parte del mondo.
L'anno scorso ero solo nel nostro rifugio cadorino in quel di Cibiana, era l'alba e mi è salito un groppo alla gola, quello che stavo vivendo nella nostra vita, quella mia e di mia moglie Mara, era veramente difficile. Solo la fede ci ha sostenuti in quell'arduo sentiero della nostra vita. Questi poveri versi sono scaturiti con immediatezza e spontaneità.
Li ho scritti in italiano e poi una brava maestra di Cibiana di Cadore, la signora Liviana, mi ha aiutato a renderli in ladino cibianese, molto più sensuale e profondo dell'italiano. Ora questa poesia è stata premiata al XXIII Concorso di Poesia dell'Università Popolare di Spinea, al quale sono stato "costretto" a partecipare dal caro amico Silvio De Bei, e a lui vanno i miei sentimenti di riconoscenza e di gratitudine.
ALBA A THUBIANA
Èco l’alba che rua
thimes de le Dolomiti inluminades de rosa
pian pianin le vien roanes
‘l e silenthio dapardhuto
al bosco tasendo
‘l i dis “ben ruà” a la bavesela de vento
che vien dho dal thiel
son solo a medità
e penso su, in medho a sta beletha,
a la rabies e a la speranthes
che no realidharei mèi
incuoi bonora a l’alba
solo al Signor al me fas compagnia.
ALBA A CIBIANA
Ecco l’alba che arriva
creste dolomitiche illuminate di rosa
lentamente arrossiscono
tutto è silenzio
il bosco taciturno
accoglie la brezza che scende dall’alto
sono solo a pensare
e medito immerso nel bello
le angustie e i desideri
che mai realizzo
stamane all’alba
solo Dio mi fa compagnia.
TENERA È LA NOTTE
Tenera è la notte anche se gelida
questo cielo trasparente
illuminato dalla luna piena
rimanda al mio cammino
viandante disperso
nel silenzio e nella solitudine
mi vedo su ardui sentieri
e rischiosi
tra le rocce amate
su ferrate lontane
senza sicurezza
in libera ascesa
appeso alla parete
mi manchi
e non si può tornare indietro.
La ferrata Roghel sotto i campanili di Popera
Faro di Murano dalle Fondamenta Nuove
Il vento del nord impetuoso
spazza la laguna increspata
come la mia anima
con tanti pensieri
l’isola dei morti è lì davanti
coperta di cipressi
e sempre un faro si erge all’orizzonte
mentre il sole al tramonto
in questa nebbia soffusa
fa intravedere qualcosa di me
povera anima confusa
verso la notte della coscienza
e ti penso ormai lontana
tra gli angeli e i santi
a godere questo sole rosso
alle fondamenta nuove
che illumina e acceca
come quel giorno a Burano
quanto eri bella d’inverno
quegli occhi incantati e sorridenti
parlavano dell’amore sempre taciuto.
Mara in laguna a Burano, inverno 1973
Natività di Filippo Lippi (1406 - 1469)
Luna piena
Sono nel pieno della notte
ormai da tempo
non vedo stelle polari
nel mio orizzonte
solo meteoriti di passaggio
e mentre ti guardo
splendida luna d’argento
rivedo i miei sentieri
percorsi romantici
ricchi di malinconia
e mi commuovo
penso a te al mio fianco
tenera guida
in questa notte
la luna piena mi guarda
enorme e brillante
mi parla nel silenzio e nel gelo
parole sussurrate al mio cuore
ornato di rami di vischio e di agrifoglio
per questo Natale
di solitudine e di nostalgia.
Lontane quelle albe rosate
qui sul lungomare dalle suore
quando i nostri pensieri
erano come crescere i figli
cara la mia mammina
ora sono qui solo
a cercare un sogno
i nostri sogni
chissà dove finiti
dopo la grande sofferenza
l’intenso patire per terapie senza ritorno
cammino nell’alba
sul bagnasciuga pulito di fresco
solo le mie orme mi seguono
eppure ti cerco
nella risacca serena del mare
sento vibrare il tuo cuore
ancora una volta
ti sento vicina
ed ecco improvvisa
una gazza spicca il volo
da un leccio del parco
a volo radente mi sfiora
sento la tua carezza sul mio volto
tenerezze mai avute prima
solo ora vicina al Signore
le sofferenze e le privazioni
lasciano il posto
alle compassioni.
Cavallino, 9 settembre 2016
La natura si veste di rosa La ferrata Roghel al Popera anno 1973
Da qualche anno ormai
questa strada dissestata
scrostata
mi ha ridotto così
neanche la vena per scrivere un verso
un pensiero
lontani quei giorni
quelle gimkane tra i colli
rosati di ciliegi fioriti
con la natura che serena
dava la vita e lo slancio
per sempre nuove imprese
scalate sulle crode cadorine
corse da brivido sulla Pinarello
mai una paura
solo entusiasmo
e sempre tu che vicina
arrancavi sorridente
feconda d’amore
e di compassione.
marzo 2016
Mara ai piedi della Roghel, anno 1973 La mia vecchia Pinarello carica di glorie
Cibiana con la Chiesa parrocchiale dedicata a San Lorenzo martire
CIBIANA DEL CUORE
Tutto parla di te
in questa piccola reggia
non ho memoria dell’anno
quando siamo arrivati
forse venticinque anni fa
pensa un po’ anniversario d’argento a Cibiana
in questa valle boscosa
dove il Rite sempre canta
e le sue ripide sono come
ninne nanne rilassanti
e tu subito innamorata
hai detto questa è la montagna che voglio
e oggi sono qui derelitto
solo e immerso nella nostra amata Cibiana
una montagna di ricordi
tutti gioiosi
d’estate e d’inverno
con i nostri ragazzi
sulle rocce o sulla neve
quante volte dalla cima del Rite
ci siamo riempiti l’anima
di bellezza
estasi della creazione
quanto abbiamo pregato
lungo il cammino quel Creatore
e oggi quel Dio geloso
ti ha rapita
ti ha portata in alto
nel suo cielo
lasciandomi affranto
ma io so che tu ancora ci sei
mi sorridi di compassione
e mi darai conforto
e non solitudine.
Alba sul Pelmo vista dal Monte Rite
Cibiana, 17 agosto 2016
Era d’Aprile qualche anno fa
lontano tra le colline
ancora le brezze delle cime
arruffavano le chiome incolte
senza pensieri
o no?
Un pensiero c’era
presente da sempre
sopito dentro al cuore
dialogo d’amore
mancava in quel vento
mentre sguardi aperti e curiosi
entravano in quell’ospite
venuto di fuori
mandato dal destino
far brillare ancora gli occhi
e intenerire il cuore.
A TUTTE LE PERSONE CHE MI LEGGONO ARRIVI QUESTA PREGHIERA DA RECITARE PER QUESTO NATALE.
ABBIAMO BISOGNO DI PREGARE PER AVERE IL DONO DELLA PACE NEL NOSTRO CUORE E TRA GLI UOMINI.
LUNA D’AUTUNNO
Vagabondo per la campagna
questo scorcio d’autunno siderale
mostra una luna piena enorme
illumina splendente questi passi
e penso
e medito
noi su questa terra immersa nel cielo
universo di pensieri
tutti d’amore
e sogno
con te sulle rocce
incantati di bellezza
al calore dei nostri sguardi.
Luna piena sulle tre cime di Lavaredo
Qualche tempo, fa durante una pausa di lavoro presso l'Ospedale Umberto I° di Mestre, mi addentrai nel parco di Villa Querini, una delle residenze storiche della città, mi sedetti su una panchina sotto le fronde di un acero secolare, era d'ottobre e improvvisamente, come per magia, una pioggia di foglie colorate d'autunno mi avvolse provocando dentro di me un'emozione che più tardi misi su carta e che ora vi offro, sicuro che anche condividere quei sentimenti è poesia.
FOGLIE
Ho visto le foglie d’autunno
cadere nel sole
baciava la terra brumosa
il sole
il vento non c’era
e l’alito di vita ultimo
spirava con la foglia
in quel cielo profondo
e bambini lontani
di grida empivano
quel vuoto di cielo.
Volevo essere una foglia
posarmi leggera sull’erba
tornare alla terra materna
sotto i raggi dell’ultimo sole.
Questa poesia si è classificata terza assoluta al Concorso Internazionale di Poesia "Premio Trasimeno" (Perugia) 5 agosto 2010.
Ecco il parco e l'acero vestito d'autunno